CHE CI FACEVANO 21 AGENTI SEGRETI TUTTI INSIEME SUL LAGO MAGGIORE? SULLA VICENDA DEL RIBALTAMENTO DELLA BARCA PIENA DI 007, A LIVENZA, NESSUNO CREDE PIÙ ALL’IPOTESI DEL PRANZO O DELLA GITA TRA AMICI
LO SKIPPER, CLAUDIO CARMINATI, È UN CONTATTO FIDATO DEGLI 007, COSÌ COME LA MOGLIE, LA RUSSA ANNA BOZHKOVA, CHE PROBABILMENTE SERVIVA COME TRADUTTRICE. IN QUELLA ZONA CONTINUANO AD ARRIVARE OLIGARCHI RUSSI, ANCHE VICINI A PUTIN
Nella mattinata di domenica, i 21 agenti segreti, donne e uomini sia italiani dell’Aise sia israeliani del Mossad scesi da una barca, una «casa galleggiante» immatricolata in Slovenia, e approdati sull’isola dei Pescatori, nel lago Maggiore, avevano abbigliamento casual: sneakers, jeans, magliette oppure polo.
Vestiti compatibili con un pranzo, consumato nel ristorante stellato «Il Verbano», nell’ambito di una gita di fine missione, oppure indossati per simulare d’essere turisti e quindi una tattica parte integrante della missione stessa. Quale? Un numero così alto di operativi forse si sposa a fatica con attività di intelligence. A meno che il ristorante non fosse una base di partenza per esplorazioni da infiltrati.
Nel gruppo c’era lo skipper, Claudio Carminati, indagato per la successiva strage: il 60enne è un prezioso e fidato contatto dei Servizi per la logistica, sicché la sua presenza non era affatto anomala. Alla pari della moglie Anna Bozhkova, 50 anni, una delle vittime insieme agli agenti Tiziana Barnobi e Claudio Alonzi, 53 e 62 anni, e all’ex Mossad Shimoni Erez, anch’egli di 53 anni (ieri i suoi funerali con l’ordine dei vertici di enfatizzare mediaticamente la cerimonia).
Anna, la quale godeva di un permesso di soggiorno a tempo illimitato e non sapeva nuotare, era russa. Pertanto funzionale a ipotetiche traduzioni. Qui, sul litorale piemontese del lago, nell’area di Verbania, da inizio anno sono aumentati in misura esponenziale gli arrivi di «pesanti» personaggi russi.
Miliardari, anche della cerchia putiniana, focalizzati sulla riqualificazione e l’apertura di hotel. Strutture a 7 stelle (a Pallanza), non lontano dalla magnifica villa acquistata e rifatta con massicce spese da un altro russo d’improvviso sparito. Da un giorno all’altro. Dove sia, lo si ignora. Il divieto dallo scoppio della guerra in Ucraina di esportare capitali dalla Russia viene aggirato con facilità grazie ai depositi in Svizzera, con società straniere di amici oppure grazie a mogli e amanti che atterrano a Malpensa e girano sulle macchine con conducente. Specie verso le banche di Lugano.
Questo stesso litorale, inoltre, è per antonomasia quello degli ebrei ortodossi, che dispongono di ville storiche dove inscenano elitarie feste con ospiti americani. Un incrocio di gente, interessi, denaro. Forse i Servizi seguivano una persona in particolare e i flussi dei suoi soldi?
Una squadra di 21 agenti segreti nasce dall’esigenza di sviluppare molteplici azioni: sopralluoghi, pedinamenti, installazione di cimici, incursioni. E manovre di spionaggio industriale: gli israeliani avrebbero interessi nel monitorare i contatti tra le ditte italiane e iraniane impegnate a trattare i componenti civili dei droni usati proprio nella guerra.
Una volta avvenuta la disgrazia in acqua, l’intelligence ha attivato un’«esfiltrazione», il recupero del personale impedendo le identificazioni. Ma nulla ormai può contro il fisiologico innesco del contro-spionaggio che cercherà di scoprire cosa i Servizi stessero inseguendo e magari han trovato.
(da Il Corriere della Sera)
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