CHE HA FATTO GIORGIA MELONI (“DONNA, MADRE E CRISTIANA”) PER AIUTARE I GENITORI ALLE PRESE CON FIGLI E LAVORO? NULLA
L’ITALIA È L’ULTIMO PAESE EUROPEO PER NUMERO DI COPPIE CON FIGLI DOVE LAVORANO ENTRAMBI I PARTNER. PER IL 50% DEI CITTADINI LA MAMMA CHE LAVORA “FA DEL MALE” AL SUO BEBÈ
Se la mamma lavora, il figlio soffre? Per più di un italiano su due,la risposta è inequivocabilmente sì. Dopo una sfilza di “ma va già all’asilo?” e “ma con chi sta quando vai a lavoro? Ma poverino!” chi ha un figlio tra gli zero e i sei anni, insomma in età prescolare, il sentore l’aveva già avuto.
Con la ricerca “Donne, Lavoro e Sfide Demografiche. Modelli e strategie a sostegno dell’occupazione femminile e della genitorialità”, realizzata da Fondazione Gi Group e Valore D, ora ne abbiamo la statistica certezza: nel nostro Paese stereotipi e maternità vanno a braccetto
Nei racconti dei genitori spunta spesso il pediatra che sconsiglia di portare il bimbo al nido, che poi si ammala troppo spesso, o di conoscenti che non riescono a trattenersi dal commentare quando e come la mamma decide di rientrare al lavoro. Se decide di rientrare, perché troppo spesso il conto tra asilo e baby sitter e lo stipendio nemmeno torna.
Nella sua lunga intervista nel podcast di Diletta Leotta “Mamma dilettante”, la premier Giorgia Meloni si dilunga sulla sua complicata gestione di lavoro e maternità, compreso quel misto di senso di colpa e consapevolezza di star facendo la cosa giusta.
Sentimento complesso, e vagamente opprimente, in cui tantissime donne italiane si possono senza dubbio riconoscere. Me la premier nemmeno una parola spende sui cambiamenti strutturali che il suo governo potrebbe mettere in piedi per rendere l’Italia un paese un pelo più a misura di mamma.
Il nostro è l’unico Paese in cui più della metà dei rispondenti (54,1%) si dice d’accordo con l’affermazione che una madre che lavora “danneggia” i figli in età prescolare, contro una media europea del 30%. E siamo anche il Paese con la più alta percentuale di accordo con l’affermazione per cui «se c’è poco lavoro è giusto vada data priorità agli uomini», il 25,4%, rispetto a una media europea dell’11,4%.
L’Italia è anche l’ultimo paese per numero di coppie con figli dove lavorano entrambi i partner (51,1%). All’estero avviene nel 63,2% dei casi in Spagna, nel 69% in Germania, nel 69,2% in Francia, nel 78% in Olanda e nel 78,9% in Svezia.
Non stupisce nemmeno il record italiano di inattività femminile, il più alto in Europa (31%, rispetto a una media UE del 18,2%) e la più ampia quota di donne che lavora in part-time involontario: il 51,7%, oltre 30 punti percentuali sopra la media europea del 19,6%.
(da La Stampa)
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