CHI E’ ANDREA BABIS, IL NUOVO PREMIER CECO CHE RICORDA BERLUSCONI IN TUTTO (TRANNE CHE PER UNA COSA)
UN PATRIMONIO DA 4 MILIARDI DI DOLLARI E UN PASSATO DA AGENTE DELLA POLIZIA SEGRETA COMUNISTA
Ha un patrimonio di 4 miliardi di dollari. Ha fondato un partito-azienda nei cui posti chiaveha piazzato i suoi principali collaboratori, e come un’azienda promette di governare lo Stato.
È accusato di una maxi truffa e grida al complotto politico-giudiziario.
Ha un’enorme influenza mediatica grazie all’acquisizione di due tra i principali giornali del paese.
Andrej Babis – che oggi sta trionfando le elezioni nella Repubblica ceca: quando sono state scrutinate il 50 per cento delle schede il suo movimento veleggia oltre il 31 per cento non ha ancora una collezione di Champions League, ma per il resto ricorda parecchio Silvio Berlusconi.
Tranne che per l’unica cosa di cui Silvio Berlusconi non potrà mai essere accusato: il comunismo. Si potrebbe scrivere un romanzo su questo imprenditore-prestigiatore, che è riuscito a fare dei migranti una questione chiave in un paese senza migranti e con la disoccupazione più bassa d’Europa (2,9%).
La chiave del successo
Ma la chiave del suo successo, sottolinea il Washington Post, è l’economia: diventato ministro delle Finanze nel 2013 in una coalizione tra la sua «Azione per i cittadini insoddisfatti» (l’acronimo è Ano, che in ceco vuol dire «sì»), i socialdemocratici e i cristianodemocratici, Babis è riuscito a intestarsi tutti gli eccezionali risultati economici della Repubblica ceca, con un Pil che vola e un bilancio statale in surplus.
Il posto al governo l’ha perso per le inchieste, da cui risulterebbe che ha usato quasi due miliardi di fondi europei per un hotel di lusso e un centro conferenze: erano soldi destinati alle piccole imprese e lui li avrebbe ottenuti tramite il suo conglomerato Agrofert – fertilizzanti, chimica, alimentari e cliniche per la fertilità – che raggruppa 230 aziende e impiega 32 mila persone.
Da premier, potrebbe facilmente farsi rivotare l’immunità parlamentare che gli è stata tolta il mese scorso. Lenka Zlà¡malovà¡, giornalista che ha a lungo indagato su di lui, dice al Guardian che «se combini potere mediatico-economico e controllo degli apparati di sicurezza, la minaccia è chiara».
Le ombre del passato
E il comunismo? In base a documenti degli archivi di Stato, Babis – slovacco di nascita e figlio di un importante esponente del vecchio regime – è stato un agente della polizia segreta.
Lui dice che sono carte false, ma la scorsa settimana la Corte costituzionale slovacca ha riaperto il caso, annullando una sentenza del 2014 che lo aveva assolto.
Di certo, con lui al potere si allarga il fronte populista dell’Est, ma con più incognite, come spiega il giornalista Pavel Å afr: «Non è un conservatore nazionalista come l’ungherese Orban nè un cattolico tradizionalista come il polacco Kaczynski. È Babis, un populista universale».
(da “il Corriere della Sera”)
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