CI HANNO RACCONTATO DI 38 FURTI SUBITI, MA NON E’ VERO NIENTE, I CARABINIERI SMENTISCONO FREDY PACINI
E LA MAGISTRATURA CONFERMA: “I FATTI NON SONO ANDATI COME CI HA DETTO, IN CORSO ALTRI ACCERTAMENTI”
Trentotto furti subiti, oppure quattro, o sei, non sono la stessa cosa. Come non è la stessa cosa sparare cinque colpi oppure nessuno.
Non è la stessa cosa sparare in aria o a qualcuno che scappa nel cortile della tua azienda oppure ti affronta con una bomba a mano stretta nel pugno in camera da letto. Difendere le proprie idee a scapito della verità è da cretini.
La gente per bene non distorce i racconti, e non lascia punti oscuri nella narrazione delle notizie. Dobbiamo imparare a odiare chi esaspera le notizie, e chi usa quell’esasperazione per abbreviare i tempi di approvazione di una legge.
Sulla legittima difesa vi ci siete buttati come cani, difendendola a prescindere dalla vita. Avete usato l’ennesimo uomo armato, ieri a Monte San Savino, un uomo che ha sparato e ucciso un altro uomo, probabilmente ladro, sicuramente disarmato.
redy Pacini, ieri notte, dall’interno della sua azienda nella quale dormiva, ha sparato a due presunti ladri in fuga, nel piazzale della sua ditta.
Ha sparato più colpi, cinque, due sono arrivati a segno, uno ha reciso l’arteria, l’uomo ha fatto pochi passi, si è accasciato al suolo ed è morto. L’uomo ha un nome e un cognome: Vitalie Tonjoc, e aveva 29 anni ed era incensurato.
Il Ministro degli Interni avvia immediatamente la sua macchina comunicativa: social, dichiarazioni tv, comunicati stampa. “Faremo una legge per la difesa sempre legittima”, tuona.
Neanche la sua legge, però, salverebbe Fredy Pacini secondo la ricostruzione di spari a uomini disarmati e in fuga.
Fredy Pacini, alcune ore dopo, dichiara di aver subito già 38 furti. Trentotto furti, converrete, sono davvero tanti, soprattutto in un arco temporale così ristretto.
Faccio qualche domanda a giro e scopro che non è vero che Fredy Pacini abbia subito 38 forti, o almeno è vero il fatto che Fredy Pacini tutti quei tentativi di furto non li ha mai denunciati. Telefono al capitano dei carabinieri Monica Dallari e conferma: “No, non risultano neanche a noi”
Riassumendo: dal 2014 a oggi risultano soltanto sei denunce fatte da Fredy Pacini, e di queste solo due per furto.
Le altre quattro sono invece tentativi di furto.
In totale, comunque, non trentotto denunce ma solo sei. Il capitano dei carabinieri dice: “Si è un po’ gonfiato il numero”. E sì, si è un po’ gonfiato. Chissà a favore di chi
Non solo: in tutta la zona di Monte San Savino, nell’ultimo anno, risultano secondo il capitano dei carabinieri, soltanto sei furti. Cioè “in tutti i capannoni della zona industriale dove lavora Fredy Pacini, solo sei furti nell’ultimo anno. Sei furti in totale, sommati fra tutte le aziende. Questo non è il Far West come qualcuno ha provato a raccontare”.
La mia idea è che si voglia cavalcare ancora una volta l’onda della paura — non giustificata dai numeri — per alzare il livello di scontro nel Paese.
Un gioco macabro, che ci fa precipitare — questa volta sì — davvero, nell’insicurezza, alimentando la paura non giustificata. La mia idea è che si accarezzino gli atavici timori per un tornaconto in termini di Governo. Perchè sempre, quando si usa un fatto di cronaca per comprimere i tempi di approvazione di una legge, si è sempre sul filo del burrone.
A questo punto è necessario fare un passo indietro e ripercorrere la storia dall’inizio, perchè qualcosa non quadra, e lo zampino della politica — che si è gettata su questa storia, azzannandola quando già perdeva sangue — non aiuta a dipanare la matassa.
Ora dovrà indagare la magistratura e capire fino a che punto una questione umana, il terrore dei furti, abbia effettivamente inciso sul gesto, e quanto il gesto avesse una reale motivazione di legittima difesa.
Stando ai numeri sembra ne avesse poca, anche se certa politica ha gridato “hai fatto bene a sparare”. Tutto questo, però, lo dovrà decidere un processo.
Ieri invece il Ministro degli Interni Matteo Salvini, con un cadavere in terra ancora caldo e le indagini in corso, ha dichiarato “le istituzioni sono con te”, così ci ha riferito Alessandra Chelli, che con il Ministro ha parlato al telefono.
E io penso che sostituirsi alle indagini, parlare a nome delle Istituzioni del Paese rispetto a un’azione su cui la magistratura ha appena iniziato a indagare, sia grave come sparare.
E alla fine di tutto, ma anche al principio di questa storia, rimane inevasa la più importante delle domande: quanti pneumatici, secondo voi, vale la vita di un uomo? In altre parole: dopo quante gomme da strada rubate si può uccidere una persona?
Una o cento? Secondo me neanche tutti i pneumatici del mondo moltiplicati per tre valgono la vita di un Uomo.
(da “il Post”)
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