“COLPIRE CHI OLTREPASSA IL LIMITE”: IL GOVERNO ORA PASSA ALLE MINACCE: IL NUOVO CORSO ALL’INSEGNA DELLE MANGANELLATE MEDIATICHE:
IL GOVERNO, SEMPRE PIU’ IN DIFFICOLTÀ SUI TEMI CALDI DELL’AGENDA POLITICA (FINANZIARIA, PNRR, PATTO DI STABILITÀ, MES, ETC.) AUMENTERÀ GLI ATTACCHI CONTRO SINISTRA E MAGISTRATURA MA ANCHE CONTRO GLI OPPOSITORI INTERNI. FORZA ITALIA E LA FAMIGLIA BERLUSCONI SONO AVVISATI
Lo schema utilizzato per il caso Arianna-Renzi, con la sponda dei giornali amici di destra che evocando complotti e indagini della magistratura contro la sorella della premier Giorgia Meloni hanno alzato ancora di più il livello della tensione, è solo la prova generale.
La prova generale del nuovo corso comunicativo che hanno intenzione di lanciare dalle parti di Palazzo Chigi contro i «nemici» esterni, sinistra e magistratura, ma anche interni alla maggioranza.
Nel fortino dove sempre più si sentono assediati la presidente del Consiglio e il suo cerchio magico, dal sottosegretario Giovanbattista Fazzolari alla sorella Arianna passando per il ministro-cognato Francesco Lollobrigida, si pensa a un cambio di passo «mediatico» a pochi mesi dal giro di boa di questa legislatura ed esperienza di governo: proprio nel momento più difficile, quando la luna di miele delle promesse va scemando e inizia quella delle risposte vere ai problemi del Paese con conseguenti tensioni anche nella coalizione di governo, come si sta registrando in questa estate dove fioccano le proposte fuori «programma » di Lega e Forza Italia.
«Adesso va messo un limite a difesa di Giorgia, Arianna e del governo, chi lo oltrepassa sarà attaccato senza peli sulla lingua e senza remore », dice un deputato meloniano molto vicino al fortino in questione.
Lo schema utilizzato dopo gli attacchi di Renzi sul ruolo, o presunto tale, giocato dalla sorella della premier Arianna Meloni nelle nomine del governo è stato molto chiaro: prima il via libera a due senatrici, non di primo piano, che hanno firmato comunicati durissimi contro Renzi e la presidente dei senatori renziani Raffaelle Paita, con quelle frasi sulla «muta di cani» al servizio di «un boss di provincia ».
Poi l’articolo sull’imminente arrivo di un’indagine della magistratura nei confronti di Arianna Meloni firmato da Alessandro Sallusti, direttore de il Giornale, quotidiano entrato dopo la cessione delle quote della famiglia Berlusconi nella galassia del re delle cliniche e della stampa di destra, Antonio Angelucci: deputato della Lega, sulla carta.
E dopo l’articolo un’altra ondata di note e comunicati durissimi da parte di deputati e senatori di Fratelli d’Italia a difesa della sorella della premier: ieri se ne contavano almeno una quindicina e quasi la metà riportava parole su un attacco alla «democrazia» in corso nel Paese da parte di sinistra e magistratura. Alimentando il sospetto di una regia unica in casa Fratelli d’Italia, dove la comunicazione da sempre è considerata argomento delicato e per questo gestita solo dagli uffici stampa dei gruppi meloniani alla Camera e al Senato in stretto raccordo con Palazzo Chigi.
«Adesso la pazienza è finita, anche Giobbe l’ha persa a un certo punto, dobbiamo reagire», ha detto un meloniano di peso ad alcuni deputati. Nei prossimi mesi, insomma, lo schema visto in questi giorni sarà replicato, considerando anche il sostegno mediatico sulla quale può contare Palazzo Chigi: solo la galassia Angelucci oggi raccoglie oltre il Giornale anche Libero, diretto dall’ex portavoce della premier Mario Sechi, e il Tempo. Renzi insomma rischia di essere solo il primo della lista, ma il messaggio lanciato in questi giorni non è solo all’opposizione che «se supera il limite» sarà adeguatamente redarguita, ma anche nei confronti della maggioranza e del mondo che vi gravita.
A partire da Forza Italia di proprietà della famiglia Berlusconi.
(da La Repubblica)
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