COME HA FATTO UN SITARELLO ITALIANO FILO-RUSSO A OTTENERE UNO SCOOP MONDIALE? LA NOTIZIA DELLA MORTE DEL PILOTA RUSSO DISERTORE MAXIM KUZMINOV È STATA DATA IN ANTEPRIMA SU “IL CORRISPONDENTE”, IGNOTA TESTATA CHE PUZZA DI DISINFORMAZIONE DEL CREMLINO
GLI ARTICOLI SONO SCRITTI CON UN LESSICO INCERTO E NON CI SONO FIRME. L’UNICA TRACCIA ONLINE PORTA A UN 24ENNE TORINESE EX FRATELLI D’ITALIA (È STATO ESPULSO DAL PARTITO), AMEDEO AVONDET, CHE SI SMARCA (“PER LORO HO SCRITTO ARTICOLI TECNICI”), MA NON RINNEGA IL PUTINISMO SENZA LIMITISMO
Un vero scoop, che ha fatto il giro del mondo ma nessuno ha voluto firmare. È stato un giornale online italiano a rivelare che lo straniero ucciso il 13 febbraio alle porte di Alicante era in realtà Maxim Kuzminov, il pilota russo che aveva disertato in Ucraina con il suo elicottero. Un colpo straordinario de Il Corrispondente, testata ignota ai più che però ha battuto tutti i quotidiani spagnoli pubblicando il vero nome della vittima alle nove di lunedì mattina. Sei ore più tardi proprio la Tass lo ha citato e rilanciato la notizia in ogni continente.
In apparenza può sorprendere il titolo con cui il giornale digitale ha presentato l’esclusiva: “I traditori non vivono a lungo”. Come se fosse l’annuncio di una giusta sentenza nei confronti di un criminale e non l’assassinio di un uomo che aveva pubblicamente denunciato la guerra putiniana. Ma la linea del Il Corrispondente ricalca la visione dei propagandisti del Cremlino.
E’ fin troppo chiaro come la pensano mentre il lessico ogni tanto traballa e fa ipotizzare traduzioni automatiche da altre lingue. I cattivi pensieri sulla possibilità che dietro a Il Corrispondente si nasconda la macchina della disinformazione russa crescono quando si appura che l’indirizzo indicato è quello di una boutique di Piazza di Spagna e il codice fiscale risulta inesistente. Siamo davanti a un’operazione di influenza di Mosca contro il governo italiano, condotta in rete dal 23 marzo dello scorso anno senza incontrare ostacoli?
Il fatto che primi al mondo abbiano saputo che l’uomo ucciso in Spagna era Kuzminov, il disertore che i servizi segreti russi avevano promesso di «rintracciare ed eliminare », aumenta i sospetti. Lo scoop citava «fonti della Guardia Civil». Impossibile saperne di più: il giornale è interamente anonimo. Nell’editoriale però si sottolinea: «Tutto ciò che leggete su questo sito è stato scritto da cittadini italiani come voi».
L’unica traccia per capire chi sono è stata individuata dall’esperto web Alex Orlowski e porta ad Amedeo Avondet. Il ventiquattrenne torinese mostra una forte passione politica: a 19 anni è stato tra i fondatori di Giovani Patrioti, legato al coordinamento piemontese di Fratelli d’Italia. Ha collaborato con l’europarlamentare Pietro Fiocchi e ha contribuito ad aprire in Piemonte «una specie di ambasciate di Donetsk e Lugansk », assieme al dirigente Fabrizio Comba e all’assessore regionale Maurizio Marrone. Poi è stato espulso da FdI, «perché non ho appoggiato un candidato di Guido Crosetto».
Dopo avere organizzato una manifestazione di piazza in sostegno dell’invasione dell’Ucraina, Avondet nel maggio 2022 è stato ospite di diversi talk show. Lì ha sostenuto che all’Italia «servirebbe un uomo come Putin» e anticipato il desiderio di creare un partito sul modello di Russia Unita. Deluso «dall’atlantismo e dall’incoerenza di Meloni», eccolo varare Italia Unita, che resta in contatto – come evidenzia spesso – con i «fratelli maggiori » di Mosca e «propugna una rivoluzione tricolore contro il colonialismo americano».
Tra i riferimenti social, Alessandro Orsini, Diego Fusaro, Francesca Totolo e il generale Vannacci. [Sabato dal palco di un comizio in piazza Cordusio di Milano ha dichiarato che «Navalny non era un eroe ma un bastardo».
Contattato da Repubblica, Avondet spiega: «Non sono né il direttore né l’autore del sito né ho una posizione ufficiale all’interno della redazione de Il Corrispondente. Purtroppo non è vero che è stato creato ad hoc per promuovermi: non hanno mai parlato di me o di Italia Unita. Per loro ho solo scritto articoli tecnici».
Si tratta di analisi sul conflitto ucraino «dato che l’ho seguito come corrispondente dal fronte della brigata Lupo delle forze speciali russe». Precisa che «Italia Unita non ha mai ricevuto alcun sostegno materiale o finanziario da istituzioni o cittadini russi».
E conclude: «Quanto a Kuzminov: ha ucciso due commilitoni, pure dalla legge italiana un tempo sarebbe stato condannato a morte. È un traditore, merita la fine che ha fatto».
Nei discorsi di Avondet come negli articoli de Il Corrispondente c’è una rappresentazione capovolta della realtà: in Russia esiste la libertà mentre in Europa «siamo rinchiusi in una gabbia di menzogne »: «Il nostro lavoro – proclama la testata del mistero – è spezzare queste sbarre, lasciandovi liberi di pensare, il tutto grazie alla nostra arma più forte: l’Anonimato». E conclude con una frase latina: in tenebris lucem servimus. È una maldestra traduzione del motto che ha ispirato il popolare videogame Assassin’s Creed: « Nulla è reale, tutto è lecito. Agiamo nell’ombra per servire la luce. Siamo Assassini».
(da La Repubblica)
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