COM’È RIDOTTO PUTIN: ORA DEVE ANDARE A IMPLORARE IL SUO VASSALLO, LUKASHENKO , MA IL DITTATORE BIELORUSSO CONTINUA A NON VOLER MANDARE I SUOI SOLDATI AL MACELLO IN UCRAINA
I MILITARI DI LUKASHENKO SONO POCO ADDESTRATI E DI CERTO NON SVOLTEREBBERO IL CONFLITTO A FAVORE DI MOSCA
Tra sorrisi e strette di mano, Vladimir Putin e Aleksandr Lukashenko sono tornati a incontrarsi ieri a Minsk. Un vertice che a Kiev ha riacceso la paura che la Russia possa esercitare sulla Bielorussia pressioni tali da coinvolgerla direttamente nella tragica aggressione contro l’Ucraina. Oppure che le truppe russe possano preparare una nuova offensiva da Nord facendo irruzione ancora una volta dal territorio bielorusso come accaduto all’inizio della guerra.
Il Cremlino nega di voler trascinare nel conflitto il regime di Lukashenko: sono «invenzioni assolutamente stupide» e «senza fondamento», dichiara secco il portavoce di Putin, Dmitry Peskov.
Ma prima che il presidente russo mettesse di nuovo piede a Minsk, dove mancava da ben tre anni, il capo di Stato maggiore ucraino Serhiy Nayev dichiarava che – secondo il governo di Kiev – durante i colloqui tra Putin e Lukashenko sarebbero state «risolte questioni per un’ulteriore aggressione contro l’Ucraina e un più ampio coinvolgimento delle forze armate bielorusse».
Dopo due ore e mezza di colloqui, Lukashenko ha affermato che la Bielorussia dispiegherà i sistemi missilistici S-400 e Iskander consegnati dalla Russia. Mentre Putin ha dichiarato che Mosca continuerà ad addestrare gli equipaggi bielorussi a pilotare aerei potenzialmente armabili con testate nucleari e che Russia e Bielorussia continueranno a svolgere esercitazioni militari congiunte.
Queste sono le dichiarazioni pubbliche. Difficile dire cosa si siano detti a quattr’ occhi Putin e Lukashenko, ma la Bielorussia potrebbe avere armi di epoca sovietica «che potrebbero essere utili a Mosca», mentre Minsk ha bisogno del sostegno economico russo. Il despota di Minsk nega però di voler inviare soldati in Ucraina e secondo diversi esperti un attacco congiunto russo-bielorusso sarebbe difficile, se non altro perché politicamente molto pericoloso per il regime di Lukashenko. Tuttavia, gli stessi esperti non escludono completamente questa possibilità, visto che Minsk è ormai sempre più dipendente da Mosca.
In ogni caso, in un contesto così incerto, Kiev è costretta a schierare truppe anche a Nord, nei pressi della frontiera con la Bielorussia, e a distogliere quindi soldati dal fronte
Del resto, oltre ad aver permesso a Putin di lanciare l’offensiva dal suo territorio a febbraio, la Bielorussia in questi dieci mesi di violenze è stata accusata più volte di aver consentito all’esercito russo di bombardare l’Ucraina.
(da La Stampa)
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