COMUNE DI ROMA: SI DISCUTE IL BILANCIO, L’ASSESSORE PARLA, IN AULA NON C’E’ NESSUNO, ALEMANNO COMPRESO
IN BALLO UNA MANOVRA DA 730 MILIONI, IN VENDITA L’ACQUA PUBBLICA, TAGLI ALL’ASSISTENZA SOCIALE E ALLA CULTURA, MA LA COSA NON FREGA UNA MAZZA A NESSUNO
Comincia l’iter per l’approvazione del bilancio del Comune di Roma.
Quando l’Assessore competente, Carmine Lamanda, illustra la relazione l’aula è vuota. La maggioranza non c’è, e neppure il Sindaco Alemanno.
L’opposizione decide di sedersi fra il pubblico.
Sembra che la cosa non interessi a nessuno eppure le cifre non sono rassicuranti e i consiglieri comunali, che rappresentano i cittadini romani, intascano di diaria circa 1500 euro al mese, e il loro gettone di presenza è comunque salvo perchè la seduta era iniziata al mattino e all’appello hanno risposto in più di 30.
Hanno chiamato la pausa per avere il tempo di leggere la relazione tecnica.
Ma poi si sono dati alla fuga.
Secondo quanto dice Lamanda, Roma dovrà affrontare una manovra d’aula di circa 730 milioni di euro a causa dei minori trasferimenti statali e regionali.
E allora il comune punta a far cassa con le tasse, l’Imu su tutte, che si stima porterà 165,5 milioni dalla prima casa e 448,5 milioni dagli altri immobili.
Ma non finisce qui: Lamanda parla di stipendi a rischio e difficoltà di cassa già a partire da settembre.
E se gli stipendi non si possono pagare, allora, tutto è lecito, anche vendere un pezzo di Acea.
Poi ci sono i tagli: 66,63 milioni in meno per i servizi, di cui 21 milioni in meno per il sociale e assistenza abitativa; 6,37 milioni in meno alla cultura, 1,38 per lo sviluppo economico.
Cifre e strategie che meriterebbero una profonda discussione.
Ma a Roma oggi, durante la discussione, c’è il sole.
(da “Il Corriere della Sera“)
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