CONTRO MINZOLINI BOICOTTIAMO RAIUNO
LA PROPOSTA-PROVOCAZIONE DE “IL FUTURISTA”: BASTA CON UN USO VERGOGNOSO DELLA TV PUBBLICA, CAMBIATE CANALE…E LA RACCOLTA DI FIRME TROVA GIA’ MIGLIAIA DI ADESIONI SU FACEBOOK
Se non ci fosse una crisi economica di portata epocale, se non ci fosse un governo incapace di intendere e di volere, se non ci fossero scandali quotidiani a base di appalti e di “patonza” (copyright Silvio Berlusconi) e se non ci fosse il rischio di incidenti diplomatici con la maggiore potenza europea all’orizzonte, sicuramente ci indigneremmo molto di più per quello che va in onda – nell’ultimo anno in particolare – sulla televisione pubblica.
Ma non è mai troppo tardi per reagire a quello che è ormai uno scempio quotidiano.
Uno schifo che imbratta la storia della televisione pubblica italiana.
Una vergogna nazionale che l’altra sera, con il combinato disposto Minzolini-Ferrara in difesa del fortino di Palazzo Chigi, andato in scena su Raiuno tra le 20 e le 20.30, ha raggiunto nuovi picchi di indecenza.
Ed è un’indecenza alla quale si può rispondere solo in un modo: con il boicottaggio senza se e senza ma.
Al telegiornale di Augusto Minzolini – quello che censura i “problemini” del premier e li sostituisce con avvncenti reportage sulla toelettatura dei barboncini o sulla dieta dell’avocado – gli italiani si sono ormai abituati: infatti sempre più numerosi migrano su altri canali.
Stesso trattamento per Giuliano Ferrara e per la sua spericolata difesa della vita privata di Berlusconi (anche le consulenze Finmeccanica sono “vita privata”?), omelie serali che – in sostanza – si sono rivelate un flop di ascolti e che il direttore del Foglio ha trasformato, qualche mese, fa in una sorta di “live show” teatrale a base di mutande (ricordate?).
Ma l’altra sera i due hanno dato il meglio, trasformando la “finestra informativa” del servizio pubblico in una arringa in difesa del presidente del Consiglio.
«Perchè il premier dovrebbe farsi da parte ora che non c’è stata alcuna scissione nella maggioranza, una maggioranza che ha il merito di aver varato una manovra di dimensioni gigantesche per salvare il paese?», chiede con aria stupita Augusto Minzolini nel suo editoriale.
E il direttore prosegue, leggendo il copione inviato da Arcore: «In fondo ci sarebbe un’unica ragione per disfarsi di questo governo: proprio il diktat della magistratura che non lo vuole e il giudizio della grande stampa a cui non è mai piaciuto. Considerazioni ragionevoli per alcuni ma a mio avviso per nulla convincenti e che hanno ben poco a che fare con le regole della democrazia».
Il giornalista che guida il principale organo di informazione della principale rete televisiva pubblica italiana accusa “la grande stampa” (dalla quale opportunamente si esclude, evidentemente).
E poi ecco arrivare Giuliano Ferrara. Parole diverse, ma il contenuto è lo stesso:
Silvio è una vittima, anzi “un eroe”; i magistrati sono un pericolo; l’unica colpa del premier è “un po’ di sciatteria”.
E poi un consiglio al capo del governo: «La base del contrattacco non può essere che quella di presentarsi dai magistrati. Altro che Palazzo Chigi, deve andare a Napoli dai giudici, da questi ragazzotti in cerca di protagonisti. Che c’entra con il ricatto, il fatto che amici insistenti ti spillano quattrini. Deve dire “Io sono generoso, aiuto gli amici, trovate un reato in questo?”».
Immediata la replica del presidente della Rai: «Fermo restando il diritto di ogni direttore di fare editoriali o commenti, magari senza eccedere in termini di frequenza, l’opinione espressa stasera dal direttore del Tg1 Augusto Minzolini è strettamente personale e non impegna in alcun modo la Rai».
Ma la “presa di distanza” nulla può contro il potere del Cavaliere.
E allora boicottiamoli.
Boicottiamo Raiuno, cambiamo canale.
Per non vedere quella che un tempo era l’ammiraglia trasformarsi, sotto la direzione di Mauro Mazza, in una rabbiosa TeleArcore, ultima ridotta di un premier alla frutta.
(“da “Il Futurista“)
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