CRISI DI GOVERNO, CACCIA ALL’ULTIMO VOLENTEROSO, SEGRE E MONTI PER IL SI’
CONTE HA PARLATO, NEL POMERIGGIO RENZI E SALVINI
«Nulla sarà come prima dopo la pandemia di Coronavirus. Il Governo deve essere all’altezza». Con un discorso sulla falsariga di quello pronunciato ieri alla Camera, dove ha ottenuto la fiducia con la maggioranza assoluta, Giuseppe Conte oggi affronta a Palazzo Madama la vera e propria prova del nove per la tenuta del Governo e della premiership con il voto di fiducia del Senato. Una prova difficile, con una maggioranza assoluta fissata a 161 voti che difficilmente verrà raggiunta. «I numeri sono importanti, oggi ancora di più — ha ribadito il premier Conte, richiedendo la fiducia ai «volenterosi» e «responsabili» con vocazione «europeista» -. Questo è un passaggio fondamentale per la vita istituzionale del nostro Paese. Però ancora più importante è la qualità del progetto politico. E noi chiediamo a tutte le forze che hanno a cuore il destino dell’Italia: aiutateci».
Anche al Senato il premier ha sottolineato come durante la situazione di emergenza pandemica, si è mantenuto vivo «un costante e serrato dialogo con tutti i livelli istituzionali, a partire dalle Autorità regionali sino a quelle comunali, nella consapevolezza che solo praticando indefessamente il principio di leale collaborazione sarebbe stato possibile perseguire strategie di intervento efficaci, considerato che le competenze in materia di gestione sanitaria sono rimesse primariamente alle Regioni»
Rinnovato lo strappo con Renzi e spazio al sistema proporzionale
Conte ha nuovamente fatto appello al ritrovamento delle «ragioni alte della politica», quale «servizio alla comunità nazionale e non gestione al contingente e dei propri interessi». Ribadito, con forza, l’irreparabile strappo con Renzi che, formalmente ha aperto la crisi ritirando le ministre Teresa Bellanova ed Elena Bonetti, insieme al sottosegretario Ivan Scalfarotto.
«Difficile governare con chi dissemina mine», ha tagliato corto il premier. «Adesso bisogna voltar pagina — ha ribadito Conte -. Questo Paese merita un governo coeso, dedito a tempo pieno a lavorare esclusivamente per il benessere dei cittadini e per favorire una pronta ripartenza della nostra vita sociale e una incisiva ripresa della nostra economia».
«Negli anni passati abbiamo vissuto una frantumazione della maggioranza — ha aggiunto il premier -. Se vogliamo ricomporre questo quadro è quindi necessaria una modifica del sistema elettorale, e occorre introdurre correttivi parlamentarismo razionalizzato e che restituisca al parlamento un ruolo centrale nell’indirizzo politico nazionale», con particolare occhio di riguardo alle minoranze linguistiche e alle Autonomie. «Il sistema maggioritario creerebbe instabilità politica», mentre con il sistema proporzionale darebbe luogo «ad accordi programma di alto profilo per governo»
Dopo il discorso del premier Conte, seguiranno gli interventi di 43 senatori, tra cui quello di Matteo Renzi e del leader leghista Matteo Salvini, a cui si seguiranno 8 dichiarazioni di voto.
I voti di fiducia a Conte al Senato
Al momento, i voti di fiducia al Senato oscillano tra i 153 e i 156. Ma le incognite sono tante, anche al netto di possibili slanci individuali non preannunciati, come accaduto ieri con Renata Polverini che, di fatto, ha creato uno strappo personale abbandonando Forza Italia.
Al Senato il premier Conte potrà contare sull’appoggio certo di 142 senatori, di cui 92 del Movimento 5 Stelle, 35 del Partito Democratico, 7 delle Autonomie e 6 di Liberi e Uguali e di 2 senatori a vita, tra cui quello di Liliana Segre e dell’ex premier Mario Monti. A questi, potrebbero aggiungersi ulteriori 9-10 senatori del gruppo Misto e un ulteriore senatore a vita: in tal caso si raggiungerebbe si raggiungerebbe quota 152-153.
Ulteriori voti potrebbero arrivare sempre dal fronte dei senatori a vita, ma anche da Italia Viva, dal Gruppo Misto e da Forza Italia.
(da Open)
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