DA “COMUNISTA PADANO” A “COMUNISTI ASSASSINI”: SALVINI, TE LO RICORDI QUESTO SIMBOLO?
A 25 ANNI TRA I 5 ELETTI NEL PARLAMENTO DELLA PADANIA IN RAPPRESENTANZA DEI “COMUNISTI PADANI”, OGGI SPARA FUMOGENI SUI “COMUNISTI ASSASSINI”… IL NOSTRO MONDO NON ACCETTA LEZIONI DA TE, DOVEVI PARLARE QUANDO GLI ASSASSINI DEI FRATELLI MATTEI HANNO FATTO LA BELLA VITA ALL’ESTERO
Cesare Battisti, catturato in Bolivia, “dovrà marcire in galera fino all’ultimo dei suoi giorni. Non deve uscire vivo dalla galera . Dopodichè andremo a chiedere conto, a nome dei morti e dei feriti, a tutti quei politici, intellettuali, registi e cantanti che hanno firmato gli appelli per un assassino comunista. Perchè loro hanno la coscienza sporca come quell’assassino”.
Parole e musica del camaleonte della politica italiana, in arte Matteo Salvini.
Tralasciamo per un attimo che il ministro non conosca neanche gli accordi con il Brasile (estradizione concessa solo perchè l’ergastolo, che quel Paese vieta, sarà tramutata in pena di 30 anni di carcere, accordo sottoscritto dall’Italia), facciamo finta che non abbia letto le norme giuridiche vigenti in Italia per tutti (scontata metà della pena si possono richidere permessi e affidamenti in prova all’esterno, quindi a 79 anni Battisti ne avrà diritto come tutti) e soffermiamoci invece sul concetto di “quei politici che hanno firmato appelli” o che sono stati silenti di fronte ai “comunisti assassini” e che avrebbero quindi la “coscienza sporca”.
Andiamo indietro di 21 anni e vediamo se Salvini era anche allora indignato e da che parte stava
Nell’autunno del 1997 la Lega organizzò una mobilitazione in tutta l’Italia del nord, facendo eleggere in consultazioni formali ai suoi gazebo duecento membri di un “Parlamento della Padania”, un’istituzione assimilabile a una sorta di governo ombra delle camicie verdi.
La prima riunione del nuovo organo si tenne il 9 novembre 1997 al castello Procaccini (allora castello Cusani Visconti), maniero quattrocentesco di Chignolo Po, provincia di Pavia, a poca distanza dalle sponde che l’anno prima avevano visto la famosa traversata e la famosissima dichiarazione bossiana d’indipendenza della Padania.
Tra i duecento parlamentari del Senatùr c’era anche Salvini, allora ventiquattrenne ma già habituè della politica milanese: iscritto al partito fin dal 1990, era diventato consigliere a Palazzo Marino nel 1993, al crepuscolo della Prima Repubblica, quando Marco Formentini (poi tra l’altro presidente dell’estroso parlamento autoctono padano) vinse la corsa a sindaco del capoluogo lombardo.
Salvini fu uno dei 5 consiglieri eletti nella lista dei Comunisti Padani, con tanto di simbolo con Falce e martello ( lo stesso Bossi iniziò nel 1975 iscrivendosi al Partito Comunista della sezione di Verghera, in provincia di Varese, e Maroni frequentò per diverso tempo gli ambienti di Democrazia Proletaria).
Di questa lista al parlamento pavese vennero eletti, oltre il giovane Salvini, lo scomparso Mauro Manfredini (ex militante della Fgci) e Franco Spadoni, detto “Franchino”, «reggiano di due metri d’altezza» che, si legge in Avanti Po, “si definisce «un grande militante del Pci» .
Quindi una lista ben “ideologizzata”, non un semplice escamotage congressuale.
E in quell’ambiente Salvini si riconosceva: in quegli anni era spesso al centro sociale Leoncavallo, che nel frattempo il sindaco leghista Formentini si impegnava a far sgomberare.
Inutile ricordare che al Leoncavallo facevano riferimento i gruppi più violenti dell’ultrasinistra milanese e che nella loro sede occupata sono passati molti di quegli intellettuali che secondo il Salvini riciclato di oggi “avevano la coscienza sporca”.
Salvini aveva 25 anni, certo, ma era già da 4 anni consigliere comunale di Milano, parlava in consessi pubblici, avrebbe potuto cogliere l’occasione per chiedere la chiusura dei centri sociali come fa oggi, o condannare i delitti “comunisti”.
Ma non firmo’ mai appelli ad es per chiedere giustizia per i fratelli Mattei, quando Achille Lollo faceva la bella vita in Brasile, Manlio Grillo se la spassava in Nicaragua e Marino Clavo era sparito nel nulla in qualche Paese estero.
Troppo facile dimenticare, troppo semplice usare armi di distrazioni di massa per italiani senza memoria storica (in primis quelli di destra).
La politica è sicuramente fatta da molti opportunisti, l’importante è riconoscerli.
Noi non apparteniamo a quella genia, lezioni di vita e di coerenza a noi non ne dai.
Leave a Reply