MANOVRA: DUE MILIARDI E MEZZO IN TRE ANNI SOTTRATTI AI PENSIONATI
PERDERANNO UNA MENSILITA’ OGNI ANNO LE PENSIONI DI 1522 EURO LORDE
Con il precedente governo, Cgil-Cisl-Uil avevano raggiunto un accordo sulla reintroduzione dell’adeguamento delle pensioni all’inflazione (c’era anche l’Ugl, che ora, dopo l’ingresso nell’esecutivo, l’ha dimenticato).
Un diritto negato a far data 2011.
Ora Lega e M5S si sono aggrappati agli assegni da quattro soldi pur di fare cassa (1.522 euro lordi al mese).
Ai 16 milioni e 100mila ex lavoratori in quiescenza (dato 2016), la manovra in tre anni sottrarrà 2,5 miliardi di euro intervenendo come sempre dal 2011 sull’aumento del caro-vita
Prendendo a campione un assegno di 1.522 euro lorde, dai 79 euro al mese fino allo scorso 31 dicembre, si passerà a una riduzione di 94,62 euro, per fare in modo che nel triennio 2019-2021 si tocchi una intera mensilità .
In sostanza, quell’anno, non verrà corrisposta la tredicesima. E’ già oggi la sorte del conto di un pensionato che incassava 1.900 euro lordi mensili nel 2011, mentre sale a 2 mensilità e mezzo il taglio d’una pensione di 4 mila euro lordi al mese, rappresentati da una perdita del 12,88%, circa 6.500 euro lordi.
Dissenso deciso da parte dei sindacati che in un comunicato emesso all’indomani d’un incontro a Palazzo Chigi, hanno criticato le «misure fiscali che introducono un nuovo condono premiando gli evasori», mentre non riducono «il cuneo fiscale per i lavoratori e per i pensionati, non si prevedono nè una maggiore progressività delle imposte e nè interventi sui patrimoni dei più ricchi e non si programma un deciso contrasto all’evasione».
Intanto si organizza la protesta. Unitaria: in piazza sabato 9 febbraio.
(da agenzie)
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