DAVVERO GIORGIA MELONI NON HA MAI AVUTO NIENTE A CHE FARE CON CASAPOUND? LE COSE NON STANNO PROPRIO COSÌ: HA AVUTO RAPPORTI CON MOLTI ESPONENTI DEL MOVIMENTO, ANCHE PERSONALI E SENTIMENTALI
È UNO DEGLI SCOOP NEL “LIBRO SEGRETO DI CASAPOUND”, IN CUI IL GIORNALISTA PAOLO BERIZZI INDAGA SUI MISTERI DEL MOVIMENTO DI ESTREMA DESTRA… I NOMI DEI FINANZIATORI (CI SONO TANTI INSOSPETTABILI) E IL PIANO EVERSIVO IN CASO DI SGOMBERO, RACCONTATI DA UN MILITANTE DI PRIMO LIVELLO: “A VOLTE LA RESISTENZA ATTIVA NON BASTA. SI È RAGIONATO ANCHE SU UN’ALTERNATIVA. L’ESTREMA RATIO IPOTIZZATA È USARE…”
Anticipazione da “Il libro segreto di CasaPound”, di Paolo Berizzi (ed. FuoriScena)
Non è vero che Giorgia Meloni non ha mai avuto rapporti con CasaPound. Li ha avuti con molti esponenti del movimento, fin da giovane. Per comodità potremmo dividere tra i rapporti, diciamo, personali – in un paio di casi anche sentimentali – e quelli politici: ex fidanzati e sponde politiche.
“Il libro segreto di CasaPound” sarà in libreria dal 14 ottobre ed è la prima radiografia completa di CasaPound.
Un dietro le quinte inedito e sorprendente che scoperchia il vaso di Pandora del movimento leader dell’estrema destra in Italia, al centro delle cronache nere e giudiziarie, prima ancora che politiche.
Un movimento che – dopo quasi un quarto di secolo – potrebbe andare incontro allo scioglimento per tentata ricostituzione del Partito fascista.
Per vent’anni si è cercato di capire chi ha finanziato e finanzia il movimento di CasaPound.
Nel libro di Paolo Berizzi – attraverso una testimonianza straordinaria dall’interno di un mondo da sempre inaccessibile, chiuso e protetto – per la prima volta le decine di nomi dalla società civile, imprenditori, professionisti, giornalisti, politici, avvocati, docenti universitari, militari e tanti insospettabili.
“Siamo consapevoli che quando c’è uno sgombero e i poliziotti arrivano in assetto antisommossa con blindati, lacrimogeni e idranti, a volte la resistenza attiva non basta.
Ecco perché, sempre nei discorsi interni, si è ragionato anche su un’alternativa. Una soluzione, diciamo, da ultima spiaggia.
L’estrema ratio ipotizzata, in caso di un insuccesso della reazione e della difesa del palazzo, è usare un’arma di ricatto nelle trattative. Qualcuno, per semplificare, forse scherzando o forse no, lo ha chiamato «piano B»: B come bombole”. È uno degli scoop contenuto ne “Il libro segreto di CasaPound” a proposito del piano eversivo in caso di sgombero che potrebbero mettere in atto.
(da agenzie)
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