DC SI NASCE: MAURO, IL CINISMO DEL CIELLINO CHE TRADISCE DUE VOLTE
SCARICO’ IL CAVALIERE PENSANDO A BRUXELLES, MA DOPO IL FLOP DEI MONTIANI TORNA INDIETRO
Come tutti i mistici, Mario Mauro — come quel Padre Pio, per dire, che ne segnò la nascita a San Giovanni Rotondo 52 anni fa — è un uomo assai pragmatico.
Così descrisse la sua adolescenza foggiana, sul Giornale, Giancarlo Perna: “Sermoneggiava nel cortile o all’uscita di scuola di complessi ideali comunitari e religiosi e la sola cosa che gli uditori capivano è che avrebbe fatto strada”.
Spiritualità e carriera, religione e affari, il perfetto ciellino — con 35 interventi in 15 anni è tra i politici più presenti al Festival di Rimini — è pragmatico sempre.
Pugliese di nascita ma lombardo d’elezione, conosce Roberto Formigoni negli anni dell’università a Milano e di lì i due saranno sempre vicini.
Anche ora che non sembra, si muovono in sincrono: verso il centro dal mondo berlusconiano il Celeste, verso destra il ministro della Difesa in ritorno dai lidi montiani dopo il tradimento del Cavaliere nel 2012
Il luogo d’appuntamento è quel luogo dell’anima che si chiama Partito popolare europeo: una Democrazia cristiana 2.0 buona per i tempi non lontani in cui Silvio Berlusconi sarà solo un ricordo e che il nostro ha cominciato a sognare mentre curava i rapporti a Strasburgo del Caro Leader.
C’è il problema che, per ereditarne i voti, bisogna trattar bene l’anziano vicino all’addio, farlo sentire amato, accompagnarlo a un dignitoso trapasso politico: il ministro montiano — che aveva definito “deriva populista” e “tragico errore” la ricandidatura del povero Silvio giusto otto mesi fa — adesso vuole ricongiungersi con l’amico Formigoni e gli altri democristiani del Pdl sotto l’egida di un Cavaliere rassegnato alla pensione.
Se quello si presenta, infatti, addio “Popolari” e addio Ppe: ai suoi amici di Bruxelles, che gli avevano “consigliato” l’avventura montiana, non interessa certo l’ennesimo partitino di centro.
E così il nostro, che è uomo riservato ma pragmatico, per la causa si sottopone a lunghissimi e noiosi pranzi con Silvio e il capo congiurato Alfano; per questo s’acconcia a fare gruppo pure con gli avanzi Dc della Prima Repubblica tipo Casini.
Politicamente, Mauro, è un conservatore tendente al reazionario: gran laudatore della Thatcher delle Falkland, nemico di ogni giurisdizione gay friendly, s’è battuto come un leone per le radici cristiane dell’Europa e sostiene che la bandiera Ue sia un simbolo cristiano (“il blu è il manto del colore della notte di Maria e le 12 stelle sono la corona dell’apocalisse”, misticamente interpreta).
Gli è piaciuta assai la nuova Costituzione ungherese (“un testo all’avanguardia”), la stessa bocciata dal Consiglio d’Europa come “autoritaria” e “antidemocratica”.
Cose che capitano, e d’altronde un certo entusiasmo per l’armi e l’ordine, aiuta in un ministro della Difesa.
Mar. Pal.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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