DEMOCRATICI E PROGRESSISTI NON SI PUO’ USARE: IL SIMBOLO E’ DEL RENZIANO CARBONE
E’ STATO DEPOSITATO ALLA CAMERA NEL 2014 CON RELATIVO SIMBOLO… POSSIBILI AZIONI LEGALI
Un divertentissimo problemone legale potrebbe abbattersi a breve su Articolo 1 Democratici e Progressisti, il nuovo movimento presentato ieri da Roberto Speranza, Enrico Rossi e Arturo Scotto che riunisce gli ex del Partito Democratico e gli ex di Sinistra Italiana: il nome Democratici e Progressisti è stato già depositato alla Camera nel 2014 con relativo simbolo e appartiene, tra gli altri, al renzianissimo Ernesto Carbone, noto per il “Ciaone” al referendum e per la mancata promessa di lasciare la politica in caso di no al referendum.
Racconta il Fatto
Era stato usato per una lista presentata alle elezioni regionali della Calabria di tre anni fa, a sostegno dell’allora candidato alla presidenza Mario Oliverio.
I detentori del simbolo sono alcuni esponenti del Pd: il deputato Ernesto Carbone, appunto, il suo collega Ferdinando Aiello e il consigliere regionale Giuseppe Giudice Andrea.
I tre, che hanno depositato nome e simbolo a Montecitorio, starebbero ora valutando azioni legali per difenderne la primogenitura e impedire a Bersani e agli altri di usarlo per battezzare il neonato movimento.
Il consigliere regionale Giuseppe Giudiceandrea è andato a cantargliele di persona sulla questione:
Gentile onorevole,
oggi le testate giornalistiche e televisive stanno parlando del nuovo soggetto politico che ha creato, assieme ad altri, dopo la fuoriuscita dal PD.
Tengo a specificare, in qualità di responsabile della comunicazione del gruppo Democratici e Progressisti Calabria, che questo soggetto esiste già , è ben strutturato nella nostra Regione, è parte del PD e politicamente vicino al segretario Matteo Renzi. Il gruppo conta numerosi consiglieri comunali e provinciali sul territorio calabrese ed è rappresentato da ben 3 consiglieri regionali.
Sono sicuro che vorrà tenere conto dell’incresciosa situazione; l’utilizzo del nome Democratici Progressisti potrebbe ingenerare equivoci e confusione.
(da “NextQuotidiano”)
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