DI MAIO E’ RIUSCITO A FAR CRESCERE QUALCOSA: L’ASSICURAZIONE CONTRO L’USCITA DALL’EURO
E’ CORSA A SOTTOSCRIVERE LA POLIZZA DEL CREDIT DEAFULT SWAP, LO STRUMENTO DI COPERTURA DAL RISCHIO DI FALLIMENTO
I Credit Default Swap sono uno strumento di copertura del rischio che ha la funzione di trasferire il rischio di credito, consentendo di «scambiare» protezione sul mercato come avviene per le valute o le materie prime.
La sua durata, normalmente, è di cinque anni ma essendo un contratto non standardizzato (con molteplici varianti) è scambiato sul mercato non regolamentato, dove è possibile pattuire qualsiasi durata.
I credit default swap sono anche utilizzati come copertura dal rischio di fallimento (o di declassamento del rating) di uno Stato.
Federico Fubini sul Corriere della Sera ci spiega oggi che i cds emessi negli ultimi anni assicurano non solo contro il rischio di default, ma anche contro quello che un debito venga onorato in una nuova moneta nazionale svalutata (non più in euro):
Dunque la differenza di costo per poter avere le vecchie e le nuove polizze rivela quanto gli investitori temano per iconti pubblici di per sè oppure quanto invece temano proprio che l’Italia esca dall’euro.
Più sale quella differenza, più il timore di rottura della moneta è evidente. Essa aveva toccato i massimi degli anni recenti in maggio, dopo che la prima bozza di «contratto» di governo pentastellato prevedeva il referendum per l’Italexit.
Ma dal 26 settembre scorso quello scarto si è di nuovo impennato e non è lontano dai record di quattro mesi fa. In altri termini dal 26 settembre gli investitori hanno ripreso a pensare che l’Italia possa uscire dall’euro; è anche questo fa salire lo spread così tanto.
(da “NextQuotidiano”)
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