DOPO I VOTI, GRILLO PERDE ANCHE LA TESTA: “FUORI ARTINI E PINNA, NON HANNO VERSATO IL DOVUTO”, MA LA PINNA PUBBLICA I BONIFICI E LO SPUTTANA
DOPO LE ELEZIONI REGIONALI AVEVANO OSATO CRITICARE I VERTICI… PIZZAROTTI A GRILLO: “RIPRENDI LUCIDITA’ E FERMATI”
La motivazione dichiarata è la mancata restituzione di parte dello stipendio. Ma dietro potrebbero esserci le critiche mosse al Movimento dai due deputati messi sotto accusa.
Beppe Grillo lascia la decisione alla Rete e dal blog apre un voto on line, sino alle 19, sulla proposta di cacciare da M5s i deputati Paola Pinna e Massimo Artini, rei di non rispettare il codice interno.
“Chi non restituisce parte del proprio stipendio (come tutti gli altri) viola il codice di comportamento dei cittadini parlamentari M5s, impedisce in questo caso a giovani disoccupati di avere ulteriori opportunità di lavoro oltre a tradire un patto con chi lo ha eletto. Un comportamento non ammissibile in generale, ma intollerabile per un portavoce del M5s”, si legge nel ‘capo d’imputazione’.
“Quindi valuta: sei d’accordo – si chiede ai militanti – che Pinna e Artini NON possano rimanere nel Movimento 5 Stelle?”.
Immediata su Facebook la replica della deputata: “Io le regole le ho sempre rispettate, i soldi li ho restituiti come previsto. Sono loro che le stanno violando visto che”, sulla procedura di espulsione, “non stanno passando per l’assemblea come previsto da Statuto M5s”, ha detto Pinna, che ha aggiunto: “Quanto apparso poco fa sul blog www.beppegrillo.it è falso. Per non parlare di quella che è una vera e propria sospensione dello stato di diritto…Sul sito www.tirendiconto.it abbiamo deciso di non pubblicare in 18 perchè ci sono troppi dubbi sulla gestione e attendiamo delle risposte. Sul mio blog www.paolapinna.it sono caricate le contabili dei bonifici fino al mese di settembre, tre mesi in più rispetto al blog”.
La deputata ha pubblicato sempre su Facebook la copia delle ricevute dei bonifici, pari a circa 23 mila euro. E su Twitter: “Un cittadino in buona fede, anche se parlamentare, non ha nulla da temere. Soprattutto se ha le prove”.
Pinna e Artini all’attacco.
I due deputati finiti nel mirino non hanno risparmiato critiche al M5s dopo i risultati delle Regionali: Paola Pinna, già in passato accusata di essere una ‘dissidente’, aveva apertamente dichiarato che il Movimento “perde pezzi”.
Per la rappresentante M5s, “da interpreti della protesta e da unica alternativa credibile a un sistema corrotto e inefficace, dominato da un malaffare lontano dalle istanze dei cittadini, siamo diventati marginali sulla scena politica. Ci siamo auto-condannati all’esclusione rinunciando al nostro ruolo di innovatori, che è stato usurpato da chi oggi inneggia a un 2 a 0 che non c’è o da chi festeggia dicendo ‘ho fatto meglio dell’Umberto e anche del Silvio'”.
Non meno dure le parole di Massimo Artini: “La gente sul territorio non è arrabbiata, di più”, ce l’ha “con chi si inventa una cavolata come quella di Mussolini che non ha ucciso Matteotti da mettere sul sito il giorno in cui ci sarebbe da parlare della sconfitta elettorale. Immagino ce l’avessero nel cassetto da mesi”, aveva detto in un’intervista a Repubblica. “Il punto è che non riusciamo ad avere la credibilità che ci meritiamo. Anche stavolta, non siamo stati credibili. E visibili”. Dichiarazioni forti, che potrebbero aver accelerato la decisione del leader di mettere ai voti la permanenza o meno dei due nel Movimento.
Altre critiche.
Ma quelle di Pinna e Artini non sono le uniche voci critiche contro M5s. Altri due deputati, Sebastiano Barbanti e Tancredi Turco, sono apparsi in tv, sfidando apertamente il divieto fatto ai parlamentari pentastellati di apparire in trasmissioni televisive e soprattutto talk show: parlando davanti alle telecamere di Agorà , i due, che già avevano preso le difese di Walter Rizzetto, “scomunicato” via blog per la partecipazione a Omnibus su La7, hanno messo in discussione in sostanza il ruolo di Grillo, come “unico megafono” del Movimento: “È il momento di fare autocritica, di fare una riflessione seria al nostro interno. Troppe volte i cittadini hanno visto i toni accesi e poche volte le nostre proposte”.
A rischio espulsione altri 15 deputati.
Ci sono altri 15 deputati M5s, oltre a Massimo Artini e Paola Pinna, che non hanno rendicontato le spese sul blog di Beppe Grillo.
Sul blog mancano gli aggiornamenti delle spese e dei versamenti al fondo per le Pmi di Marco Baldassare, Sebastiano Barbanti, Eleonora Bechis, Silvia Benedetti, Paolo Bernini, Federica Daga, Marta Grande, Mara Mucci, Girolamo Pisano, Aris Prodani, Walter Rizzetto, Gessica Rostellato, Samuele Segoni, Patrizia Terzoni, Tancredi Turco.
Ora, dentro e fuori il Movimento, c’è chi si chiede se anche per loro sia pronto il cartellino rosso.
Le reazioni.
“Spero che qualcuno riprenda lucidità e si fermi in tempo. Non ho sacrificato parte della mia vita per vedere accadere tutto questo”. In un tweet, il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, così ha commentato alla luce delle due espulsioni avviate dal blog di Beppe Grillo contro due deputati M5s, Paola Pinna e Massimo Artini.
“Ciù is melk che uan #pinna #artini”. Così Rizzetto commenta su Twitter la proposta di Grillo di espellere dal Movimento Pinna e Artini. Alla frase, Rizzetto allega la foto di un biscotto gelato a due gusti.
Anche la deputata M5s Patrizia Terzoni esprime la sua contrarietà all’espulsione dei suoi colleghi: “Io voto no, aiutateci a diffondere la verità “, scrive sulla sua pagina Facebook lanciando l’hashtag #beppequestavoltanoncisto.
Poi è stata la volta di un’altra deputata del Movimento, Eleonora Bechis: “Il blog viola il regolamento!”, scrive la deputata M5S su Twitter contro il blog di Beppe Grillo. “Artini e Pinna sono M5S – scrive Bechis – chi ha scritto quello schifo?”
“Siamo alle solite. Il blog di Beppe Grillo, con un nuovo atto d’imperio e senza rispetto per il codice di comportamento per gli eletti 5 stelle, procede a due nuove espulsioni nel Movimento, senza passare per l’assemblea congiunta. E questa sarebbe la tanto sbandierata democrazia? A quanto pare gli errori compiuti in passato non hanno insegnato niente ai vertici”, dicono i senatori ex M5s, ora nel gruppo Misto, Alessandra Bencini, Monica Casaletto, Maurizio Romani, Fabrizio Bocchino, Laura Bignami, Francesco Campanella e Luis Alberto Orellana, commentano il via libera alla procedura di espulsione.
(da “La Repubblica”)
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