DOVE E A CHI ANDRA’ IL REDDITO DI CITTADINANZA: META’ FINIRA’ AL SUD
MA GLI EURO DIMINUISCONO A VISTA D’OCCHIO: 780 EURO MENO AFFITTO, SOLO 312 PER IL CONIUGE E APPENA 156 PER I FIGLI
Il reddito di cittadinanza partirà a marzo e verrà percepito a partire da aprile, e le imprese che assumeranno persone che lo incassavano fino a quel momento prenderanno per qualche mese una cifra equivalente a quello che veniva percepito dal beneficiario.
Una sorta di sgravio contributivo una tantum che dovrebbe, nelle intenzioni dei gialloverdi, mettere un freno alle accuse di assistenzialismo ricevute in questi mesi per il provvedimento.
Il Messaggero oggi pronostica anche che saranno 156 gli euro per ciascun figlio, aggiuntivi rispetto alla somma di 780 euro (da cui si potrebbero detrarre 300 euro per la casa di proprietà ): per calcolare quanto spetta sarà utilizzato l’indice di equivalenza Isee utilizzato dall’Ocse, ma con alcune modifiche.
Nel dettaglio, il coniuge a carico incasserà il 40% dell’assegno base di 780 euro (312 euro), mentre ciascun figlio varrà il 20% (pari a 156 euro).
In pratica, due coniugi con un figlio godranno di un beneficio mensile di 1.248 euro, mentre una famiglia con quattro componenti si sale a quota 1.404 euro.
Su questo schema, migliorativo nei confronti di quello legato alla scala di equivalenza base, si sta ancora ragionando nella maggioranza.
Tutti i numeri, spiega Michele Di Branco, confermano l’orientamento meridionalista della misura:
Secondo le elaborazioni della Svimez (che accorpa le regioni del Nord e del Centro), ad esempio, la Campania (la Regione che ne beneficerebbe maggiormente) prevede una richiesta potenziale superiore al 30% del totale e assorbirebbe risorse per 3,1 miliardi di euro, da destinare a 391 mila famiglie.
E c’è da ricordare che in precedenza l’associazione aveva sostenuto che a livello nazionale il costo complessivo per l’attuazione della misura sarebbe di circa 15-16 miliardi di euro.
Il Sud, con un terzo del territorio avrebbe la metà dei beneficiari.
Tornando alle Regioni, dopo la Campania, nella classifica elaborata dalla Svimez si piazza la Sicilia, per la quale sarebbero necessari oltre 2,7 miliardi (per quasi 343 mila nuclei familiari); seguita dalla Puglia (1,6 miliardi per 214 mila famiglie) e dalla Calabria (1,1 miliardi per 144mila famiglie). E poi dalla Sardegna (830 milioni per 107 mila famiglie), Abruzzo (326 milioni per quasi 44 mila) e infine le più piccole Basilicata (206 milioni per 28 mila) e Molise, che ultima ne avrebbe beneficio con 88 milioni per 11 mila nuclei familiari.
(da “NextQuotidiano”)
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