EURISPES: UN ITALIANO SU DUE NON ARRIVA A FINE MESE, PAESE SEMPRE PIU’ POVERO E PESSIMISTA
OLTRE LA META’ VORREBBE EMIGRARE, SEMPRE PIU’ FAMIGLIE CHIEDONO AIUTO AI GENITORI
Sfiduciati, impoveriti e sempre più pessimisti: uno su due denuncia di non riuscire ad arrivare a fine mese, stessa percentuale per chi vorrebbe emigrare all’estero.
E’ il ritratto degli italiani che emerge dall’ultimo rapporto Eurispes riferito all’anno che si è appena concluso.
Un racconto impietoso del grande freddo che si è abbattuto sul nostro paese, alle prese con la peggiore recessione di sempre.
Dopo sette anni di ciclo economico negativo, le ripercussioni si abbattono anche sulla tenuta sociale: l’Italia è in cima alla classifica degli abbandoni scolastici e siamo tra gli europei che hanno subito la maggior caduta del potere d’acquisto.
Non per nulla, è in costante aumento il numero di coppie, più o meno giovane, che per tirare avanti deve ricorrere all’aiuto dei genitori.
Con la crisi, sembrano crescere anche le contraddizioni.
Sempre più poveri.
Nell’ultimo anno sette italiani su 10 (71 per cento del campione) hanno visto diminuire la capacità di affrontare le spese con le proprie entrate.
L’erosione del potere d’acquisto non colpisce solo gli acquisti un tempo definiti voluttuari come le cene al ristorante o la palestra, ma sono in calo anche le spese tramite e-commerce e negozi dell’usato.
In crescita, il ricorso agli outlet o ai discount (84,5 per cento contro il 75,3 per cento del 2014) e vengono rinviati persino gli acquisti ai saldi: si guardano le vetrine, ma non si compra.
Il lungo addio al risparmio.
Le statistiche dicono che gli italiani hanno la quota più alta di risparmio in Europa. Ma non sarà per molto, se si andrà avanti di questo passo: le condizioni economiche sono peggiorate per tre famiglie su quattro (76 per cento), con un aumento di 16 punti sul 2014 e ormai il 62,8 per cento deve attingere ai risparmi, contro il 51,8 per cento di un anno fa.
Il peso maggiore sui bilanci familiari arriva dalla casa: il 73 per cento di chi ha contratto un mutuo fa fatica a pagare le rate, così come il 69 per cento di chi è in affitto è in crisi a fine mese. Un terzo del campione ha difficoltà con le spese di trasporto e oltre il 40 per cento rinvia le spese mediche.
Del resto, il 90 per cento degli italiani ritiene che nell’ultimo anno le condizioni dell’economia siano peggiorate e il 55,7 per cento ritiene che non ci sia nessuna ripresa dietro l’angolo, mentre i pessimisti un anno fa erano il 45,6 per cento.
Vivere in Italia? Une vera iattura.
Un italiano su quattro (il 39,5 per cento) ritiene che nascere in Italia in questo momento sia una vera sfortuna.
Ancora di più sono coloro i quali vorrebbero trasferirsi all’estero (il 45,4 per cento) se solo ne avessero l’occasione.
In testa ci sono gli studenti, quasi il 65 per cento. Anche la maggioranza di coloro che sono in cerca di una nuova occupazione (59,8 per cento) e la gran parte di chi è alla ricerca del primo impiego (52,7 per cento) si dicono pronti a cercare un lavoro all’estero.
Viva il Papa ma anche l’eutanasia.
Gli italiani, sempre più in difficoltà , sono in cerca di una bussola e sembrano averla trovata in Papa Francesco. Secondo Eurispes, il consenso del pontefice argentino è all’89,6 per cento.
Il che si riflette sulla Chiesa Cattolica, verso la quale la fiducia è salita al 62,6 per cento (in crescita del 13,6 per cento): soltanto nel 2013, la fiducia verso il Vaticano era al 36,3 per cento.
Allo stesso tempo, non è detto che gli italiani seguano i dettami della Chiesa in tutto e per tutto: il 64,4 per cento è favorevole a riconoscere parità di diritti alle coppie di fatto ma i favorevoli ai matrimoni gay sono in minoranza (40,8 per cento) e sono in diminuzione: un anno fa erano il 49,8 per cento.
Contro eterologa e pillola del giorno dopo.
In sostanza, è come se il pessimismo collettivo abbia inciso sulla laicità degli italiani. Anche in questo caso, il paese è spaccato.
Secondo il dossier Eurispes, la fecondazione eterologa raccoglie il 47,2 per cento dei consensi, la possibilità di ricorrere all’utero in affitto il 49,8 per cento.
L’orientamento positivo verso l’utilizzo della pillola abortiva ru-486, lo scorso anno al 63,5 per cento di consensi, scende nel 2015 al 58,1 per cento.
Gli italiani sono favorevoli all’eutanasia nel 55,2 per cento dei casi (erano il 58,9 per cento nel 2014) e al testamento biologico nel 67,5 per cento (erano il 71,7 per cento nel 2014), mentre il suicidio assistito segna il 66,5 per cento dei contrari.
La legalizzazione delle droghe leggere raccoglie il 33 per cento dei consensi, ma la legalizzazione della prostituzione raccoglie consensi (65,5 per cento).
L’utilizzo delle staminali per le cure mediche vede una posizione compatta dei favorevoli fino all’86,6 per cento.
Un’Italia parallela su Facebook.
Gli italiani cercano evasione non più nella televisione ma in Internet.
In realtà , in Facebook. Il 95,7 per cento del campione Eurispes sostiene di essere attivo sul social network (mentre gli account Twitter si fermano al 43 per cento del totale degli italiani). Così come gli italiani si confermano gli europei più ossessionati dagli smartphone: ne possiene uno almeno il 67 per cento delle famiglie, contro il 64,4 per cento dei pc, il 62 per cento dei computer fissi e il 62,2 per cento dei lettori dvd.
Solo un terzo delle famiglie possiede un tablet (36,8 per cento), un abbonamento alla tv a pagamento (36 per cento), una smart tv (33,3 per cento), un lettore mp3/ipod (30,7 per cento), una consolle per videogiochi (playstation/psp/xbox/wii) (29,1 per cento). Solo l’11,3 per cento ha un e-book.
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