EX TERRORISTI ARRESTATI IN FRANCIA, LA PETRELLA RIVENDICA: “HO GIA’ FATTO 10 ANNI DI CARCERE E 30 DI ESILIO”
A PARIGI INIZIATO IL PROCESSO PER L’ESTRADIZIONE
Sono arrivati davanti al giudice verso le 18, dopo che l’udienza era stata spostata due volte. Inizia oggi, davanti alla Corte d’Appello di Parigi il processo per l’estradizione dei nove ex terroristi rossi arrestati a fine aprile in Francia.
Sono tutti stati condannati in via definitiva per reati di sangue e hanno dimorato finora in Francia grazie alla dottrina Mitterrand. La svolta il 28 aprile, dopo una serie di contatti tra il governo italiano e quello d’Oltralpe. Sono arrivati prima gli arresti e, nel giro di 24 ore, la libertà vigilata.
Per nove dei dieci terroristi per cui era stato emesso il mandato d’arresto – sono Enzo Calvitti, Giovanni Alimonti, Roberta Cappelli, Marina Patrella, Sergio Tornaghi, Giorgio Pietrostefani ai quali si aggiungono Luigi Bergamini e Raffaele Ventura, ancora in fuga Maurizio Di Marzio, per il quale oggi scatta la prescrizione – si apre ora un lungo iter che potrebbe durare anni. E culminare, se il giudice riterrà che ce ne siano le condizioni, con l’estradizione in Italia.
Oggi è solo il primo atto. E una parte di questo si consuma fuori dall’Aula. Non mancano i momenti di tensione, quando i giornalisti vengono insultati insultati in romanesco da una donna che si trova nel gruppo degli ex terroristi che stava entrando nel corridoio che porta l’aula del tribunale: “Pezzi di merda”, avrebbe urlato.
Gli ex terroristi arrivano in mascherina, con i loro avvocati. Gli scatti dei fotografi immortalano Raffaele Ventura, che inizialmente era sfuggito agli arresti e poi si è costituito, e Giorgio Pietrostefani, condannato per l’omicidio Calabresi, il più anziano di tutti, quasi ottantenne.
Le ultime immagini che si hanno di lui, così come degli altri arrestati, risalgono a tanti anni fa. Anni trascorsi in Francia, mentre l’Italia ne chiedeva il ritorno per far loro scontare le pene.
Arriva anche Marina Petrella, ex Br oggi 66enne condannata all’ergastolo, e si ferma qualche secondo a parlare con i cronisti: “Vi rendo partecipi del mio dolore, sono sconvolta”, dice in francese. Sessantasette anni, anche lei brigatista e condannata all’ergastolo, sostiene: “Stiamo arrivando verso la fine. Stiamo raschiando il fondo del barile. Io ho vissuto tutti questi anni con un grande dolore. Dolore e compassione per le vittime, per tutte le vittime. Per le famiglie coinvolte, compresa la mia. Da parte mia, ho fatto 10 anni di carcere, fra Italia e Francia. E 30 di esilio, una pena senza sconti e senza grazie. Che ti impedisce di tornare nella tua terra”. Parole che, forse, faranno discutere.
In aula, intanto, si celebra il rito. Il primo a entrare è Sergio Tornaghi, ex brigatista. La corte comincia leggendogli le condanne subite – in questo caso l’ergastolo – e le richieste dell’Italia. Lo stesso procedimento verrà fatto poi anche con gli altri. Le prime formalità, che preludono a un processo che non sarà breve né semplice.
Intanto, mentre i familiari delle vittime in Italia chiedono giustizia – chiarendo che non cercano vendetta – gli intellettuali francesi continuano con le iniziative a sostegno degli ex terroristi.
Il quotidiano Liberation ha dedicato questa mattina due pagine all’appello di un gruppo di intellettuali al presidente Emmanuel Macron contro la concessione dell’estradizione. Nell’appello si ricorda la concessione dell’accoglienza durante la presidenza di Francois Mitterrand, negli anni Ottanta, la nuova vita in Francia degli ex militanti italiani, che hanno rinunciato alle armi e alla violenza, le loro nuove famiglie. Viene invocata l’amnistia in Italia, un gesto che – secondo loro – consentirebbe al Parlamento di “voltare pagina e di guardare al futuro”.
(da agenzie)
Leave a Reply