FICO IN CAMPO CONTRO SALVINI, CONTE TACE E L’EUROPA LATITA
SI ALLARGA LA DISTANZA TRA M5S E LEGA, LA CHIESA METTE IL SUO PESO SULLA FRATTURA DI GOVERNO… UNA CAMPAGNA ELETTORALE SULLA PELLE DEI DISPERATI
Un altro giorno è andato. I migranti lo trascorrono ancora a largo di Malta sulle navi Sea Watch e Sea Eye, mentre l’Europa latita e l’Italia chiacchiera, con l’eccezione del premier Giuseppe Conte che resta in prudente silenzio.
Una giornata di tante parole, con due novità di fondo.
Da una parte la sponda di Roberto Fico a Luigi Di Maio nello scontro con Matteo Salvini sul da farsi per i 49 profughi a bordo delle navi delle ong.
Dall’altra il coro polifonico della Chiesa che mette il suo peso nella frattura del Governo.
Comunque sia Di Maio un risultato lo ottiene. Le navi Sea Watch e Sea Eye ricompattano il Movimento 5 Stelle anche se, al di là del dato politico, una soluzione non è stata trovata e i porti europei, compreso quello italiano, restano chiusi.
Il vicepremier grillino vorrebbe che donne e bambini sbarcassero in Italia ma Matteo Salvini, almeno per adesso, non retrocede.
La campagna elettorale delle Regionali, ma soprattutto per le Europee in questi casi fa da padrona in uno schema in cui M5S prova a prendere la questione da sinistra e a differenziarsi quanto più possibile dalla Lega.
Di certo il vicepremier grillino, grazie alla sua mossa, un risultato lo ha ottenuto. Ha incassato l’appoggio di Roberto Fico che, in termini di equilibri interni al mondo pentastellato e agli occhi dell’elettorato pentastellato, vale molto in un momento in cui dalla pancia del partito vengono fuori parecchi malumori sul Decreto Sicurezza voluto dal leader leghista.
Il presidente della Camera, in maniera del tutto inedita – trattandosi di un argomento di stretta competenza del governo – scende in campo a fianco del capo politico: “Sono convinto – dice – che l’iniziativa presa da Di Maio sia un segnale importante e ne sono contento. Allo stesso modo credo fortemente che l’Italia non debba essere lasciata sola, così come nessun altro Paese debba essere lasciato solo a gestire questioni complesse”.
Anche la Chiesa è in fibrillazione e chiede uno scatto di buona volontà contro “certi andazzi”. Ci sono le emergenze della Sea Watch e della Sea Eye, ma è l’intero decreto sicurezza a non piacere.
Aleggia negli ultimi giorni una chiamata all’obiezione di coscienza. È “un principio riconosciuto”, ha detto ieri da Genova il cardinale Angelo Bagnasco.
Un appello esplicito è stato lanciato anche da padre Francesco Occhetta, gesuita, che per “La Civiltà cattolica” cura le analisi sulla politica italiana: “L’obiezione di coscienza è luce che illumina le tenebre, fa progredire i diritti umani e chiarisce i doveri”.
Anche il vescovo Guerino Di Tora, presidente di Migrantes, la fondazione della Cei, dalle colonne dell’Osservatore Romano, ribadisce che “come cristiani non possiamo mai rinunciare all’accoglienza”.
Sul fronte politico per adesso agli atti restano soltanto parole.
Come del resto nessun atto concreto arriva dagli altri Paesi europei. Solo media tedeschi riferiscono di un generico impegno della Germania ad accogliere i migranti “in un contesto però di ridistribuzione” a livello europeo. Quasi nulla, se non nulla di fatto, dunque.
Nel Governo tra Di Maio e Salvini tertium non datur, o prevale l’uno, o prevale l’altro: dopo la mossa a sorpresa di ieri – “prendiamo donne e bambine” – Di Maio non vede alcun risultato, ma non va allo scontro frontale con Salvini, anzi se ne guarda bene dal farlo.
E dal canto suo il leader leghista risponde alla Cei a muso duro: “Mi spiace se qualcuno dalle parti del Vaticano ha chiesto di accogliere. Abbiamo già accolto abbastanza, ora pensiamo agli italiani”, dice dal palco de L’Aquila in pieno tripudio da campagna elettorale e di fronte a un gruppo di contestatori ai quali risponde: “Prendete il barcone e andatevene”.
Di Maio e Conte continuano a sostenere che donne e bambini vanno accolti in Italia per dare anche un segnale all’Europa “che – dice il capo politico M5s – mette la testa sotto la sabbia. E Malta non ha il suo dovere”. Ma il messaggio lanciato dal capo politico M5s sembra essere più un modo per sedare la rivolta che parte dalla base, dai sindaci e da alcuni senatori come Nugnes, Mantero e Fattori, che una vera e propria presa di posizione con un riscontro pratico.
Salvo colpi di scena, dal momento che anche dal Viminale ammettono che il quadro è in continua evoluzione, nelle prossime ore non dovrebbero esserci novità .
Parole da campagna elettorale, compresa quella “coltellata” che Salvini assesta a Di Maio quando lo ringrazia perchè “da solo non sarei riuscito a fare sull’immigrazione quello che stiamo facendo insieme”. Parole velenosissime mentre il capo politico pentastellato prova a smarcarsi dall’ingombrante alleato almeno sul tema dell’accoglienza in sintonia con Fico e il resto del Movimento.
(da “Huffingtonpost”)
Leave a Reply