FITTO: “ALFANO SI DEVE DIMETTERE”, ANGELINO: “VOGLIO PIENI POTERI”: IL CAVALIERE CERCA DI MEDIARE MA LA SCISSIONE E’ VICINA
LEALISTI E COLOMBE CONTINUANO A DARSELE DI SANTA RAGIONE, IL PDL CROLLA NEI CONSENSI
A oltranza. Perchè è la trattativa più difficile. E la mediazione è dura anche per Silvio Berlusconi: “Dobbiamo uscirne con una soluzione. Così non si va avanti, con un partito diviso”.
Quando il Cavaliere piomba a Roma si ritrova il Pdl pronto ad esplodere.
A nulla è servito il lavoro diplomatico da Milano, con appelli all’unità .
È nel faccia a faccia con Raffele Fitto, alle cinque in punto che Berlusconi capisce che, paradossalmente, stavolta la scissione rischia di essere la soluzione.
Una separazione consensuale, tra Forza Italia e Pdl. Perchè Angelino e Raffaele sono separati in casa. E si rischia l’implosione. È proprio quello che Berlusconi non vuole.
E allora avanti, finchè non si trova un accordo.
Eccole, le richieste sul tavolo di palazzo Grazioli. Fitto tiene il pugno di ferro, sia pur in un guanto di velluto: “L’azzeramento che è chiesto è una condizione non negoziabile. Il congresso sì, ma Angelino deve fare un passo indietro. Resta al ministero e alla guida del partito si trova una soluzione condivisa”.
Il ragionamento è che stavolta non si può far finta di nulla. È successo qualcosa di grave, col segretario del partito che prima ha detto “signor sì” alla sfiducia e poi in Aula ha “costretto” Berlusconi a tornare indietro minacciando di fare gruppi autonomi: “E’ un fatto di metodo — ripete Fitto — altrimenti non c’è logica. Io mi dimisi da ministro quando Palese perse le elezioni, visto che era un candidato voluto da me e non condiviso da Berlusconi. Alfano deve fare un gesto”.
Berlusconi capisce che su queste basi la mediazione non c’è.
Incassa la rinuncia al congresso. Ma la “testa” di Alfano è sinonimo di scissione. Perchè Angelino è stato chiaro. Ha spiegato al Cavaliere che bisogna decidere e che il tempo è scaduto: “Non possiamo più rinviare. Se ne deve uscire con una soluzione”.
Pieni poteri al partito e niente azzeramento le sue condizioni. Distanze incolmabili.
Il faccia a faccia con Fitto si protrae per ore. Arrivano Bondi e Verdini attorno alle sette, e poi Carfagna e Gelmini attorno alle otto.
Il Cavaliere prova a prendere tempo per cercare un varco. Tanto che allunga il negoziato con le parti. La cena con Alfano è rimandata. E a palazzo Grazioli la cena è con i falchi, per discutere fino a notte. Alle colombe sarà dedicato il venerdì. A oltranza, appunto.
Berlusconi usa il registro del padre di famiglia, del saggio che invita tutti a “non disperdere quello che abbiamo fatto in questo ventennio”.
Si affida alla cena, nella speranza che a tavola possa uscire un accordo impossibile. Ma il punto è la testa di Alfano. Fitto non molla.
Angelino è a palazzo Grazioli. E riceve, a uno ad uno, una quarantina di parlamentari a lui vicini: “Voglio un partito defalchizzato” ripete.
Sull’organigramma del Pdl la soluzione non c’è. E in serata Berlusconi valuta anche l’idea estrema di usare l’operazione Forza Italia per mettere ordine. Lo statuto di Forza Italia non prevede il ruolo di segretario.
Quindi toglierebbe Angelino ma senza spargimento di sangue.
Si va avanti, a oltranza.
(da “Huffington post“)
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