GEORGIA, MOBILITAZIONE A SOSTEGNO DELLA PRESIDENTE ZOURABICHVILI
I FILORUSSI VOGLIONO ARRESTARE LA PRESIDENTE, MA LA PIAZZA LE FARA’ SCUDO
Per il venticinquesimo giorno consecutivo, decine di migliaia di cittadini si sono radunati davanti al parlamento di Tbilisi in Georgia, scandendo all’unisono il nome della presidente Salomé Zourabichvili. I
l suo arrivo era previsto per le 21, ma il discorso si è fatto attendere. Durante il pomeriggio, la polizia aveva trattenuto il camion con i materiali per il palco, che è stato comunque montato davanti allo storico ginnasio su viale Rustaveli. Intanto, i manifestanti seguivano sui loro cellulari i movimenti della presidente, fotografata mentre lasciava a piedi palazzo Orbeliani e incontrava un corteo di cittadini provenienti dalla regione del Kakheti, giunti nella capitale per unirsi alle proteste.
Queste manifestazioni, che puntano a nuove elezioni e a un futuro europeo per la Georgia, riflettono il rifiuto di tornare sotto l’influenza della Russia, un timore alimentato dalla direzione politica del partito al potere, Sogno Georgiano.
La determinazione di Zourabichvili e l’ostilità del governo in Georgia
Inaspettatamente, Zourabichvili ha deciso di rivolgersi ai manifestanti direttamente dal palco del mercatino natalizio, boicottato quest’anno dalla maggior parte degli espositori. Nonostante i tentativi delle forze di sicurezza comunali di impedirglielo, è riuscita a parlare grazie alla protezione della sua guardia presidenziale e del pubblico presente. Quando è finalmente arrivata a Rustaveli, è stata accolta dalle ovazioni di una folla commossa e consapevole di essere parte di un momento storico.
Dalla tribuna improvvisata, stretta in un cappotto ocra e con orecchini vistosi, Zourabichvili ha parlato con tono pacato: «Chi dice che stiamo preparando una rivoluzione mente. Qui regnano pace, amore e libertà. Non abbiamo paura». Il discorso è stato interrotto più volte, prima da problemi nella trasmissione televisiva e poi dal malfunzionamento del microfono, che molti hanno attribuito a interferenze del governo. Con un megafono, la presidente ha continuato, ribadendo la sua fedeltà alla costituzione e al ruolo di comandante in capo dell’esercito, e invitando il leader di Sogno Georgiano, Bidzina Ivanishvili, a negoziare nuove elezioni prima del 29 dicembre, giorno in cui il suo mandato dovrebbe terminare.
Proteste diffuse e un popolo in mobilitazione
Da settimane, la Georgia è attraversata da una mobilitazione senza precedenti. Le proteste non si limitano alla capitale, ma coinvolgono città di medie dimensioni e piccoli centri che mai prima d’ora avevano visto manifestazioni di questo genere. Ogni sera, Rustaveli si riempie di persone, e durante il giorno si svolgono marce rappresentative di ogni settore della società: agricoltori, artisti, veterani di guerra, pazienti oncologici e molti altri. Lettere di supporto ai manifestanti sono state firmate da centinaia di funzionari e dipendenti pubblici, e numerosi ambasciatori hanno rassegnato le dimissioni. Più di 2.200 aziende, tra cui le principali banche e catene commerciali, hanno aderito a una petizione per chiedere nuove elezioni e la liberazione dei cittadini arrestati durante le proteste.
In questo contesto, il partito al potere non ha mostrato alcun segno di sostegno popolare. Secondo gli analisti, i leader di Sogno Georgiano sperano che le festività attenuino la tensione, confidando in quello che è stato definito “effetto satsivi” – un richiamo al tradizionale piatto georgiano dell’ultimo dell’anno. Tuttavia, i segnali sono opposti: molti cittadini hanno già dichiarato che trascorreranno il capodanno in piazza, davanti al parlamento.
Il futuro incerto per la Georgia e il simbolismo di Zourabichvili
Il futuro del Paese resta incerto, con scenari che spaziano da un possibile accordo a un’escalation della crisi. Salomé Zourabichvili, tuttavia, gode di un sostegno popolare straordinario, ineguagliabile sia per gli esponenti di Sogno Georgiano che per le opposizioni. L’erede degli esuli politici della Georgia democratica, costretti a fuggire in Francia nel 1921, ha promesso che non lascerà il Paese. Nel suo recente discorso al parlamento europeo ha sottolineato: «Sta accadendo di nuovo».
La sua presenza e la sua determinazione incarnano l’aspirazione della Georgia a un futuro di democrazia e libertà, lontano dall’ombra di un passato autoritario. Resta da vedere se il governo ascolterà la voce di un popolo che non sembra disposto a cedere.
(da agenzie)
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