GLI AMICI DI NAN RISALGONO SUL CAMION E SE NE VANNO: FUTURO E LIBERTA’ A GENOVA PERDE “GENTE D’ITALIA” E NON TROVA I MANIFESTI
MENTRE GLI SPAZI ELETTORALI DI FLI A GENOVA SONO GLI UNICI A RIMANERE PRIVI DI MANIFESTI, ANCHE LA COMPONENTE CHE AVEVA SUPPORTATO IL COORDINATORE REGIONALE CON QUALCHE TESSERA ABBANDONA LA TRAVERSATA NEL DESERTO
Futuro e Libertà in Liguria perde l’appoggio di “Gente d’Italia”.
Il movimento aveva aderito alla causa di Fli, ma le scelte nazionali fatte di recente hanno convinto Enzo Assereto e un’altra decina di sostenitori a lasciare il partito di Fini.
«Credevamo che Fli fosse il partito giusto per dare spinta a una rivoluzione liberale e all’inizio i presupposti c’erano – racconta Assereto -. Ma la scelta di appoggiare il governo Monti, poi quella di sostenerlo alle politiche ci ha spinto fuori. Noi restiamo alternativi alla sinistra di Bersani e non disposti a inciuci».
Queste le motivazioni ufficiali che riportiamo.
Più probabile che abbiano inciso fattori più terreni, ovvero l’impossibilità di ottenere una gratificazione personale, visto l’indice al ribasso che caratterizza da tempo il grafico di Fli nei sondaggi nazionali.
Ricordiamo che la componente di “Gente d’Italia” era stata presentata dal coordinatore regionale Nan come una risorsa essenziale nel momento in cui erano stati cacciati centinaia di iscritti per le ragioni ben note.
A differenza di tanti militanti, a loro si erano persino dischiuse le porte di colloqui privati con Fini, con reciproci impegni.
“Gente d’Italia” avrebbe dovuto portare l’adesione di categorie dell’autotrasporto, secondo il coordinamento regionale: alla fine se ne vanno in dieci, non sappiamo se dopo aver gettato giù dal camion il “navigatore a vista”, abbandonandolo nel deserto.
La maggior parte di coloro che vedevano in Fli un tram in corsa su cui salire per raggiungere il capolinea di una poltroncina in similpelle sono ormai scesi a fermate intermedie, spesso cambiando linea e direzione.
Anche quelli che hanno impiegato un anno di governo per capire che la linea di Monti non era la loro.
E i disadorni cartelloni elettorali dove tutti i partiti normali hanno i propri manifesti, salvo Fli che a Genova non ha provveduto neanche a farli affiggere, ci fanno pensare che, putroppo per Fli, qualcuno è ancora rimasto.
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