“GLI ITALIANI CI RUBANO IL LAVORO” … E L’INGHILTERRA ENTRA IN SCIOPERO
CORSI E RICORSI STORICI: INGLESI IN RIVOLTA IN UNA RAFFINERIA… ITALIANI CHE STANNO COSTRUENDO UNA UNITA’ PER LA TOTAL SAREBBERO PAGATI MENO… NERVI SCOPERTI TRA GLI OPERAI INGLESI A CAUSA DELLA CRISI
Sembra di sentire i discorsi di certi operai del nord-est che si lamentano dei lavoratori extracomunitari. O addirittura pare di essere tornati direttamente agli anni ’80, ai tempi degli scioperi dei minatori inglesi, quando gli scioperanti affrontavano con urla e insulti i crumiri che rompevano i picchetti ed entravano negli stabilimenti…
Questa volta però l’odio dei britannici si scaglia contro gli italiani. Circa 600 lavoratori hanno dichiarato uno sciopero improvviso alla raffineria Lindsey Oil a Grimsby e sono scesi in strada per protestare contro gli operai italiani e portoghesi che, a loro dire, ruberebbero il loro posto perchè costano meno.
Sui media del Regno Unito è cosi finita la foto di un lavoratore italiano che mostra il dito medio a un fotografo, con accanto un altro che fa il gesto dell’ombrello.
L’impianto è gestito dalla Total, che ha affidato all’italiana Irem la costruzione della nuova unità . La ditta italiana, con sede a Siracusa, attiva nel settore delle costruzioni e del montaggio meccanico, ha usato i suoi lavoratori per la costruzione, come nella norma peraltro.
Ma con i problemi che hanno gli inglesi, evidentemente basta poco a far saltare i nervi. E non sono bastate le rassicurazioni della Total che ha sottolineato che non c’è stato alcun licenziamento a causa dei lavoratori stranieri.
Si sono sprecati i commenti e le accuse agli italiani: farebbero errori, ignorano le norme di sicurezza, gli inglesi contavano su questo lavoro e invece si è preferita un’azienda italiana.
In realtà la Lindsey Oil Refinery che si trova a North Killingholme, North Lincolnshire, è entrata in funzione nel 1968 e impiega uno staff permanente di circa 500 persone, oltre a diverse centinaia di lavoratori sotto contratto temporaneo.
L’impianto tratta circa 10 milioni di greggio all’anno, importati attraverso due oleodotti. Secondo il sindacato inglese Unite ” è una beffa totale, qui c’è gente che ha visto lavorare alla raffineria i suoi padri, che l’hanno costruita da zero e ora chiamano un’azienda italiana”.
La Total da parte sua sottolinea che la raffineria continua a funzionare normalmente e che “da 40 anni siamo un’importante fonte di lavoro in questa zona e abbiamo sempre avuto buoni rapporti con il personale e le imprese locali”.
In realtà i britannici sono ormai suscettibili in tema di lavoro, alla luce delle migliaia di tagli annunciati ogni giorno.
Ora è la volta anche della London Underground che gestisce la rete metropolitana di Londra che ha tagliato mille posti di lavoro nel settore finanziario e amministrativo.
Anche se il piano non riguarderà i conducenti dei mezzi e lo staff delle stazioni, è un altro duro colpo per l’economia inglese, per cui è tempo di lacrime e sangue.
Fa riflettere questo caso per i corsi e ricorsi storici di certi atteggiamenti con cui sono accolti spesso i lavoratori stranieri anche nel nostro Paese, tra accuse ingiustificate e pregiudizi.
Mentre per chi lavora il rispetto non dovrebbe mai mancare, sotto qualsiasi latitudine.
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