GLI STATI UNITI SCOPRONO LA VERGOGNA PER LA LORO STORIA
DOPO LE VIOLENZE DI CHARLOTTESVILLE, BALTIMORA HA RIMOSSO 4 STATUE DI EROI CONFEDERATI DI NOTTE… VIA DA BROOKLYN TARGA DEL GENERALE LEE
Da Baltimora a Durham, da Los Angeles a Brooklyn. In rivolta contro i rigurgiti razzisti cadono statue e targhe simbolo del suprematismo bianco e della segregazione. Il Paese fa i conti con la gravità di quanto è successo sabato scorso a Charlottesville, in Virginia, dove una manifestazione contro la rimozione della statua in onore del generale della guerra di Secessione americana Robert E. Lee ha portato a scontri e alla morte di una giovane donna.
E mentre l’ultima giravolta con cui il presidente Donald Trump ha ricucito con l’alt-right infiamma il dibattito politico, è come se gli Stati Uniti riscoprissero la vergogna della loro storia raccontata dalle centinaia di monumenti confederati – l’anno scorso il Southern Poverty Law Center ne ha catalogati 718, di cui circa 300 in Georgia, Virginia e North Carolina.
I fatti di sabato stanno spingendo diverse città a volersi sbarazzare — nel modo più veloce e indolore possibile – dei monumenti che onorano i confederati, soprattutto statue di generali sudisti e sostenitori della schiavitù.
È il caso della città di Baltimora, che per scongiurare altre proteste dell’estrema destra e dei suprematisti bianchi ha deciso di procedere nel cuore della notte alla rimozione di quattro statue dedicate agli eroi sudisti nella guerra civile americana.
Nella città del Maryland la rimozione dei monumenti è avvenuta in modo silenzioso e improvviso – scrive la stampa americana – nel tentativo di evitare nuove violenze, e tra le statue ce n’era anche una del generale Lee.
Foto e video sui social mostrano le gru che portano via i monumenti dei generali Robet Lee e Thomas Jackson, quello dedicato alle donne confederate e la statua del giudice Robert Taney, autore di una storica sentenza a favore della schiavitù.
A decidere la rimozione è stata lunedì il sindaco democratico, Catherine Pugh.
“Ora è fatta – ha detto al Baltimore Sun, spiegando la scelta di agire in fretta e durante la notte – dovevano essere abbattute. Mi sono preoccupata della sicurezza delle persone”. Altri monumenti dovrebbero essere portati via a breve a Lexington, in Kentucky.
Le autorità di Los Angeles hanno rimosso un monumento dedicato ai veterani confederati dall’ Hollywood Forever Cemetery, dando seguito alla richiesta di centinaia di cittadini.
Il monumento si trovava là dal 1925, in una sezione del cimitero in cui sono sepolti oltre trenta veterani confederati e le loro famiglie.
Un’altra targa in onore del generale della guerra di Secessione Lee sarà rimossa a Brooklyn a New York.
Il monumento si trova davanti ad una chiesa episcopale nel quartiere di Fort Hamilton da oltre cento anni. La diocesi ha deciso di rimuoverla in seguito agli eventi di Charlottesville.
La targa è affissa su un albero di acero piantato dallo stesso generale quando lavorava al genio militare presso la base dell’esercito americano a Fort Hamilton intorno al 1840.
Secondo quanto scrive il New York Post, Lee e altri militari all’epoca frequentavano abitualmente la chiesa. La targa fu affissa soltanto nel 1912 ossia quasi 50 anni dopo che Lee guidò l’esercito confederato.
Molti amministratori locali stanno accelerando la rimozione dei monumenti confederati prima che si ripetano altri episodi come quello di ieri a Durham, in North Carolina.
Qui un gruppo di manifestanti ha abbattuto una statua in onore di soldati confederati durante una protesta contro i simboli della Confederazione americana, che era in vigore 1861-1865. I manifestanti hanno legato una corda attorno al collo della statua per farla cadere.
Una volta a terra, l’hanno presa a calci. Ieri erano stati arrestati tre manifestanti; oggi la polizia ha annunciato di aver arrestato altre persone.
Intanto il sindaco di Boston, dove sabato in pieno centro è in programma un raduno di nazionalisti bianchi, ha intimato all’alt-right di stare alla larga.
Idem a San Francisco: il suo collega Ed Lee sta cercando di sfrattare i militanti di un’organizzazione, ‘Patriot Prayer’, intenzionata a occupare il 26 agosto un parco sotto il Golden Gate.
Porte sbarrate all’estrema destra anche all’Università della Florida.
Intanto a Filadelfia il sindaco Jim Kenney ha istruito la pratica per far sparire la statua del predecessore Frank Rizzo, ex capo della polizia degli anni Settanta: regnò sulla città in un’era in cui le brutalità delle forze dell’ordine erano la norma.
(da “Huffingtonpost“)
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