I GIOVANI IMPRENDITORI DALL’HOTEL DA 1.000 EURO A NOTTE: “BENE LO STOP AL REDDITO DI CITTADINANZA. LE PERSONE SI EMANCIPINO”
SAREBBE INTERESSANTE CONOSCERE QUANTI DI QUESTI “GIOVANI IMPRENDITORI” SIANO NATI POVERI E SI SIANO “EMANCIPATI” E QUANTI ABBIANO INVECE EREDITATO L’IMPRESA PATERNA
Dal Grand Hotel a 5 stelle Quisisana, nel cuore di Capri, i Giovani imprenditori di Confindustria (dove per giovane si intende al di sotto dei 40 anni) spiegano che eliminare il reddito di cittadinanza è stata una scelta giusta. “Riconosciamo al governo di aver messo il Sud al centro della sua agenda, identificando imprese e lavoro come protagonisti dello sviluppo. Condividiamo la scelta, politicamente difficile, di cambiare il reddito di cittadinanza. Vogliamo però che funzionino le politiche attive e la piattaforma Siisl” afferma il presidente Riccardo Di Stefano, nella sua relazione introduttiva.
“Il punto – dice il presidente – è rendere le persone in grado di emanciparsi, dai sussidi”. E aggiunge: “Ai ministri presenti chiediamo, allora, quale sia la strategia complessiva per il Mezzogiorno”. Alla 38esima “due giorni” parteciperanno il ministro del made in Italy Adolfo Urso, quello della Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo, il collega dell’Istruzione Giuseppe Valditara. E poi la ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone, quello della Protezione Civile Nello Musomeci e quello per il Sud e gli Affari europei Raffaele Fitto. A chiudere i lavori sarà l’intervento del ragionier Carlo Bonomi, presidente di Confindustria che di recente ha introdotto un’importante distinzione: i soldi pubblici che vanno alle aziende non sono “sussidi” ma sono “stimoli”. Non è invece programma la regata a vela con cui in passato si era soliti concludere l’evento.
Tra parti sociali “da tempo, purtroppo, il dialogo è diventato faticoso. Lasciando alcune fondamentali domande sul futuro del lavoro senza risposta” rileva il presidente Di Stefano. “È arrivato il momento di rimettere al centro la contrattazione. Anche di secondo livello” come “luogo naturale per legare produttività e salari, ampliare l’offerta di welfare, strutturare un tempo di lavoro che concili vita e professione”. “Soprattutto, per i giovani e le donne. I cui tassi di disoccupazione e inattività non sono più sostenibili”. E “dobbiamo combattere la battaglia per la sicurezza sul lavoro”.
“Le migrazioni non sono solo un’emergenza o un problema di ordine pubblico”, dice il presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria, Riccardo Di Stefano: “Va ripensato, allora, il modello di gestione dei flussi migratori, rafforzandone la regia nazionale ed europea, con risorse e strumenti congrui. Per gestirli e orientarli, invece che subirli”.
“Nel 2050, in Italia saremo 4,5 milioni in meno, come prevede l’Istat. È certo: il sistema produttivo e l’organizzazione del lavoro si dovranno ripensare, di fronte a questi numeri. Vale per la natalità, quanto per le politiche migratorie. Servono schemi di pensiero declinati al futuro, in un mondo in cui competenze e tecnologie non hanno frontiere e non chiedono passaporto”.
I “giovani” invitano poi a ripensare la posizione italiana sul nucleare. “Dai referendum del 1987 e del 2011 è cambiato quasi tutto. Sono evolute le tecnologie, la sicurezza e l’efficienza degli impianti. E se tutto cambia, non possiamo restare fermi”, avvertono i Giovani Imprenditori di Confindustria: “Le nuove tecnologie spingono verso reattori di piccola taglia e micro-reattori. Piccoli, modulari, direttamente utilizzabili nelle aree industriali che diventerebbero, così, energeticamente indipendenti”.
(da Il Fatto Quotidiano)
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