IL COMUNE CHE DIPLOMA I RICHIEDENTI ASILO: COSI’ ABDOU E’ DIVENTATO UN VOLONTARIO COMUNALE
A GRAGNANO TREBBIENSE UN ATTESTATO A CHI FA LAVORI DI PUBBLICA UTILITA’…NEL PICCOLO CENTRO DI 4600 ABITANTI SONO STATI ACCOLTI 24 RIFIUGIATI
Keita viene dal Mali, Abdou dal Togo, Kouname dalla Costa d’Avorio. Sono loro i primi “volontari comunali” d’Italia.
C’è infatti un piccolo paese in Emilia-Romagna che “diploma” i richiedenti asilo che lavorano per la comunità . È Gragnano Trebbiense, in provincia di Piacenza.
La sindaca, Patrizia Calza, crede nei diritti di chi viene accolto, ma anche nel rispetto di coloro che accolgono. Per questo, premia solo chi si impegna davvero in lavori di pubblica utilità , con un attestato di “volontario comunale”.
Già il decreto Minniti, approvato definitivamente il 12 aprile scorso dalla Camera, prevede “l’impiego di richiedenti protezione internazionale, su base volontaria, in attività di utilità sociale in favore delle collettività locali”.
In attesa della sua applicazione, c’è chi si è portato avanti come il primo cittadino di Gragnano. «Il nostro comune non aderisce alla rete Sprar d’accoglienza — premette Patrizia Calza, eletta con una lista civica nel 2014 — ma a ottobre del 2015 abbiamo saputo che una società di Gragnano aveva partecipato a una gara d’appalto della prefettura e all’improvviso abbiamo visto arrivare sul nostro territorio profughi e richiedenti asilo». Oggi i 4.600 abitanti di Gragnano convivono con 24 rifugiati.
«Ci siamo subito accorti che questi richiedenti asilo venivano alloggiati e sfamati, ma non veramente gestiti — racconta la sindaca — per questo ci siamo attivati. Non ci piace che ci siano persone che per mesi girino per il paese senza fare nulla, non sapendo come ammazzare il tempo. È indecoroso per chi deve accoglierli, ma anche per loro. Non sono dei pacchi da collocare in un posto e basta. Nell’agosto scorso abbiamo chiesto loro di firmare con il comune e l’Auser un patto di volontariato. Hanno accettato in 18, tre hanno garantito un lavoro continuativo e serio. Hanno collaborato con il nostro operaio comunale alla manutenzione del verde, alla pulizia delle strade dalle foglie, all’annaffiatura degli alberi, all’allestimento delle manifestazioni cittadine. Per questo gli abbiamo riconosciuto un attestato».
«Credo — conclude la sindaca — che questo loro impegno debba valere anche ai fini della concessione dell’asilo. Andrebbe inteso come un requisito, o almeno come una corsia preferenziale. ”
(da “La Repubblica”)
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