IL MEDICO INDAGATO PER FALSE ESENZIONI VACCINALI NON POTRA’ PIU’ FARE IL MEDICO DI FAMIGLIA
DOPO UNA SERIE DI DELIRI NEGAZIONISTI
Le sue posizioni sulla pandemia erano note da tempo. Prima il “divieto” di indossare la mascherina (era il mese di ottobre del 2020) all’interno di suo studio medico, poi quella dichiarazione sul vaccino anti-influenzale che rafforzerebbe il COVID.
Infine quell’indagine sui certificati falsi (secondo l’accusa) per ottenere esenzioni vaccinali e il suo studio che pullulava di nuovi pazienti che andavano a caccia di quel documento per non partecipare alla campagna di immunizzazione.
Ora Giuseppe Delicati, medico di Borgaro (Torino) non potrà esercitare il suo ruolo di medico di base dopo la decisione della Asl.
Come riporta il quotidiano La Stampa, l’ASL TO4 ha recepito la proposta avanzata nelle scorse settimane dal Collegio arbitrale della Regione Piemonte decidendo di revocare la convenzione con il sistema sanitario nazionale a Giuseppe Delicati.
Un provvedimento preventivo e che potrebbe essere seguito da altre decisioni simili. In attesa della fine delle indagini per le false esenzioni vaccinali, infatti, il medico potrebbe essere raggiunto anche da un’altra sanzione che lo costringerebbe a smettere di lavorare nel mondo della Medicina: l’ordine dei Medici di Macerata (al quale risulta iscritto) si pronuncerà sulla sua sospensione (o cancellazione dall’albo) nelle prossime settimane.
Perché le indagini sulle false certificazioni di esenzione vaccinale sono solamente la punta dell’iceberg della storia di Giuseppe Delicati.
Il medico – che dal 1° gennaio non potrà più essere un “medico di base” riconosciuto dal sistema sanitario nazionale – si era resto protagonista in passato di alcuni deliri negazionisti. Il tutto seguito dal taglio del suo stipendio arrivato alla fine del 2020, come sanzione disciplinare.
Poi, però, il colpo di scena che ha riportato il suo nome in auge: a inizio dicembre dell’anno appena concluso aveva ottenuto anche il certificato di “vaccinatore anti-Covid”, provocando le ire della Regione. Un “compito” che poi gli è stato tolto. E ora è stato rimosso anche dal sistema sanitario nazionale.
(da agenzie)
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