IL PIANO EVERSIVO MESSO A PUNTO UN ANNO FA DA FIORE E CASTELLINO
IL SALTO DALLA FARSA ALLA CRONACA NERA
|Il “ministro degli Esteri” è in carcere insieme al “ministro per l’Attuazione del programma”. Sono, rispettivamente, Roberto Fiore e Giuliano Castellino.
A difenderli c’è il “ministro della Giustizia”, l’avvocato Carlo Taormina che già tentò di tirar fuori dai guai l’ex terrorista nero Franco Freda e che è collega di toga di un altro membro dell’“esecutivo”: Augusto Sinagra, ex legale di Licio Gelli e dei torturatori argentini del regime di Videla (nonché ex candidato di CasaPound).
In rapporti con l’ex Avanguardia Nazionale Vincenzo Nardulli, a sua volta titolare del dicastero “Sport e Tifosi”.
Il “governo di Liberazione Nazionale” avrebbe compiuto un anno esatto il giorno dopo l’assalto squadrista alla sede della Cgil. Il condizionale è d’obbligo perché, con due “ministri” finiti dietro le sbarre con l’accusa di avere guidato quell’assalto, nemmeno in un fanta-thriller politico ci sarebbe stato spazio per il delirio di questo farlocchissimo governo ombra.
Ma tant’è: era il 10 ottobre di un anno fa quando i capi di Forza Nuova, insieme a No-Vax e No-Mask, diedero vita a un esecutivo che, nei loro piani, avrebbe dovuto sostituire il governo Conte. Un’iniziativa che, riletta adesso – dopo la violenta azione eversiva di sabato scorso con l’attacco ai palazzi delle istituzioni e l’intenzione dei manifestanti No Green Pass di occupare palazzo Chigi e il Parlamento, come poi hanno fatto nella sede del primo sindacato italiano – suona quasi profetica.
E comunque piuttosto inquietante. Perché se è vero come è vero che il corteo dei 1.500 facinorosi guidato dal manipolo neofascista dei Fiore, dei Castellino, dell’ex Nar Luigi Aronica “puntava a prendere anche il Parlamento” – come è emerso dalle indagini -, è altrettanto vero che i registi della rivolta un piano – seppure a dir poco velleitario – per sovvertire o comunque sostituire il governo con un’“alternativa” lo avevano ufficializzato dodici mesi fa.
Domenica 10 ottobre 2020, hotel Parco Tirreno sulla via Aurelia, a Roma. I vertici di Forza Nuova danno vita a quella che, all’epoca, fu ritenuta dai più l’ennesima trovata di marketing politico pensata dall’ultradestra e destinata a rubare qualche titolo di agenzia o poco più.
“Governo di Liberazione Nazionale”: un nome altisonante e volutamente provocatorio. Perché nel nome – solo nel nome – evoca il Comitato di liberazione Nazionale nato nel 1943 per liberare l’Italia dal nazifascismo.
Nell’albergo romano a battezzare il governo che i neofascisti formano con i no-vax e i no-mask ci sono il ras Castellino e il leader dei gilet arancioni ed ex generale dei carabinieri Antonio Pappalardo.
E’ anche un giorno di proteste (pochissimo partecipate): prima un presidio alla Bocca della Verità e poi in piazza San Giovanni. Anche se l’allora prefetto di Roma, Franco Gabrielli, aveva esplicitamente vietato ogni tipo di corteo e annunciato che eventuali assembramenti sarebbero stati sciolti dalle forze dell’ordine. Ad ogni modo: a unire le anime che formano il nuovo esecutivo ombra è la lotta contro la “dittatura sanitaria”. Un fronte che vede l’estrema destra accanto a no-mask, sovranisti, negazionisti, cospirazionisti e nemici del vaccino.
Il proclama degli azionisti? “Vogliamo liberare l’Italia dalle mascherine”. In pochi, va detto, pensarono al modello inglese, dove l’opposizione, per consuetudine, è istituzionalizzata a tal punto da dare vita ad un Gabinetto ombra (Shadow Cabinet) in cui siedono il leader e i membri più influenti del partito destinati a diventare Primo ministro e ministri in caso di vittoria alle successive elezioni.
Il governo fascio-arancione si propone sì, come alternativo al governo Conte: ma è composto da molti, troppi nomi impresentabili. A partire proprio da Fiore, fondatore di Terza Posizione e condannato per associazione sovversiva e banda armata, e dal suo delfino Giuliano Castellino, pluripregiudicato e sorvegliato speciale. E’ quest’ultimo a annunciare le caselle del “governo di liberazione”, i ruoli chiave, le deleghe.
Oltre ai nomi già citati, ci sono quelli di Daniele Trabucco (affari Costituzionali), del “moderato” Alessandro Vigi, l’ultracattolica Gloria Callarelli che nel 2019 scrisse direttamente al premier Conte per chiedergli di prendere posizione contro il Gay Pride, il negazionista del virus e presidente di Forza Nuova Pierfrancesco Belli (ministro della “Vita e della Salute”) e un altro dirigente del partito neofascista, Leonardo Cabras, anche lui negazionista, ma dell’Olocausto.
A completare l’esecutivo ombra, il “ministro del Lavoro e Turismo” Gino Galloni, la ristoratrice Adriana Perugini (dicastero del “Popolo e Partite Iva”) e il professor Mancini (“Istruzione e Cultura”) che definì il governo Conte “un fantoccio asservito alle lobby mondialiste”. Quel governo Conte che l’avvocato Carlo Taormina ha denunciato per“pandemia colposa” e “strage”.
E’ passato un anno dal varo del governo dell’allegra brigata nera-arancione. Tra le varie anime del movimento un tempo no vax e oggi no pass, quella che ha fatto e fa da catalizzatore è il contenitore Italia Libera, che diffonde propaganda attraverso il periodico (carta e on line) L’Italia Mensile. Chi è l’anima? Giuliano Castellino. Il sedicente ministro per l’ ”attuazione del programma di Liberazione Nazionale”.
Il primo atto ufficiale del governo, pare di capire, è stato l’assalto squadrista alla Cgil. Ma quattro giorni fa i “liberatori” puntavano ancora più in alto. Al Parlamento e a palazzo Chigi. “Oggi prendiamo Roma”. Sono le ultime parole di Castellino prima di essere arrestato. Pensare che un anno fa il “ministro” declamava: “Saliremo al Colle per chiedere a Matterella di sciogliere i due rami del Parlamento”. Il salto dalla farsa alla cronaca nera si è compiuto.
(da La Repubblica)
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