IL PONTE DI KERCH, L’OPERA STRATEGICA VOLUTA DA PUTIN PER “BLINDARE” LA PENISOLA DOPO L’ANNESSIONE
E’ L’UNICO COLLEGAMENTO TRA LA PENISOLA E LA RUSSIA, ORA SONO BLOCCATI I RIFORNIMENTI AL FRONTE
Con i suoi 18,1 chilometri di lunghezza è il ponte più lungo d’Europa. La struttura è rimasta gravemente danneggiata nella notte a causa dell’esplosione di alcuni serbatoi di carburante su un treno merci che, secondo Mosca, sarebbe dovuta a un camion-bomba.
La sua progettazione è cominciata nel 2014, subito dopo l’annessione della Crimea da parte della Russia. Il ponte stradale è stato inaugurato il 16 maggio 2018 alla presenza del presidente Vladimir Putin, che ha guidato personalmente un camion alla testa di una colonna di automezzi utilizzati per la costruzione, mentre il primo treno passeggeri lo ha attraversato il 25 dicembre 2019 e l’apertura ai convogli merci è scattata il 30 giugno 2020.
Il primo a prendere in considerazione la costruzione del ponte fu nel 1903 lo zar Nicola II abbandonandola però poco dopo per lo scoppio della guerra russo-giapponese e poi della prima guerra mondiale. Durante la seconda guerra mondiale il regime nazista pensò di realizzarlo all’inizio del 1943 al fine di agevolare l’invasione tedesca del Caucaso settentrionale. Adolf Hitler ne ordinò la costruzione in sei mesi. I lavori ebbero inizio ad aprile ma nel settembre successivo gli attacchi sovietici sulla testa del ponte costrinsero al ritiro i tedeschi, che fecero saltare in aria le parti già completate.
Il ponte è stato realizzato quasi interamente con campate da 54,2 metri fino a 64,2 tranne nella parte centrale del canale di Kerch dove, per consentire il passaggio delle navi, sono stati realizzati due archi di 227 metri di lunghezza e 45 metri di altezza tali da consentire il passaggio di imbarcazioni fino a 185 metri di lunghezza e 35 di altezza. L’opera è costata circa 3 miliardi di dollari e fino alla sua costruzione i collegamenti all’interno dello stretto di Kerch erano effettuati solamente via traghetto. Pertanto si tratta di un’infrastruttura altamente strategica per la Russia.
Il problema logistico
La velocità con cui Mosca ha annunciato di voler ripristinare l’infrastruttura dipende dai problemi logistici che derivano dal suo danneggiamento.
Senza il ponte sullo stretto di Kerch, infatti, si allunga di centinaia di chilometri la catena d’approvvigionamento delle truppe russe in Crimea e verso la linea di Kherson. Il ministero dei Trasporti ha annunciato che l’operatività della linea ferroviaria dovrebbe essere ripristinata entro le 20 dopo aver condotto la “valutazione delle condizioni” della tenuta di quella parte del ponte.
Si tratta della parte del ponte più importante per l’esercito russo, perché è da lì che passano armi, munizioni, mezzi, combustibile e rifornimenti diretti al fronte.
Sarà molto più complicata e lunga, invece, la ricostruzione della sede stradale venuta giù per due campate. Una sola corsia, quella non danneggiata, è stata riaperta alcune ore dopo l’esplosione. Nel frattempo, come si nota da Marine Traffic, è fermo anche il traffico navale tra il mar Nero e il mar d’Azov con una lunga coda in attesa su entrambi i fronti.
(da agenzie)
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