IL PRESIDENTE E AD DI ALES, FABIO TAGLIAFERRI, MOLTO VICINO A ARIANNA MELONI, HA PRONTO UN PIANO CHE PREVEDE 4 NUOVE ASSUNZIONI AI MASSIMI LIVELLI NELLA SOCIETA’ BRACCIO OPERATIVO DEL MINISTERO DELLA CULTURA
RENZI: “CI INTERESSA SAPERE SE ALES HA FATTO ASSUNZIONI MARCHETTA OPPURE NO, CI INTERESSA SAPERE SE CHI HA RICEVUTO SOLDI DA ALES HA FINANZIATO E IN CHE MODO FRATELLI D’ITALIA, CI INTERESSA SAPERE SE SANGIULIANO HA SCELTO TAGLIAFERRI PERCHÉ QUALCUNO GLIEL’HA DETTO”
“A me interessa sapere che cosa fa un ministro in ufficio, non cosa fa a letto”. Lo dichiara nella Enews il leader di Italia viva, Matteo Renzi. “E le cose al momento stanno cosi’ – continua l’ex premier -.Nella principale azienda che gestisce la cultura in Italia, Sangiuliano ha nominato un consigliere comunale di Frosinone privo di curriculum e credibilita’ imprenditoriale e culturale oltre che molto discusso nella sua citta’.
Pare che la scelta di puntare su di lui, tal Tagliaferri, derivi direttamente da una delle sorelle Meloni.
Ci interessa sapere quale delle due sorelle, ci interessa sapere se Ales ha fatto assunzioni marchetta oppure no, ci interessa sapere se chi ha ricevuto soldi da Ales ha finanziato e in che modo Fratelli d’Italia, ci interessa sapere se Sangiuliano ha scelto Tagliaferri perche’ lo conosceva o perche’ qualcuno gliel’ha detto. Perche’ la prima azienda per servizi culturali in Italia deve essere trasparente e pulita, no?”
Un documento riservato, illustrato ai componenti del Consiglio di amministrazione, ai dirigenti e agli organi sindacali. Fabio Tagliaferri, esponente di Fratelli d’Italia di Frosinone, molto vicino alla capo segreteria del partito Arianna Meloni e nominato nel febbraio scorso presidente e amministratore delegato di Ales, ha pronto un piano che prevede nuove assunzioni ai massimi livelli, proprio mentre sul ministero della Cultura si è abbattuta la bufera legata alle nomine e in particolare a quella mancata di Maria Rosaria Boccia, costata il posto all’ex ministro Gennaro Sangiuliano.
Il piano prevede quasi un raddoppio del numero dei dirigenti all’interno della società in house che supporta il dicastero nelle sue attività: dagli attuali cinque si arriverebbe a nove, con l’assunzione quindi di quattro nuove figure apicali, selezionate e scelte direttamente dal presidente.
Tutto questo potrebbe avvenire a stretto giro, a meno che il nuovo ministro della Cultura Alessandro Giuli non decida di fermare la delibera anche per non alimentare quelle voci secondo cui, dall’insediamento di Tagliaferri, Ales sarebbe diventato un «assumificio della destra». E quattro nuovi dirigenti, stando alla media degli attuali stipendi, verrebbero a costare circa 500 mila euro in più.
In Parlamento ci sono già due interrogazioni depositate, una a firma Italia viva, l’altra Pd. In entrambe viene chiesto un report delle assunzioni fatte in Ales da febbraio, mese di insediamento di Tagliaferri, ad oggi. In particolare il renziano Francesco Bonifazi scrive che la nomina del presidente e amministratore delegato, che percepisce un compenso complessivo di 146 mila euro, «suscita diverse perplessità considerato il curriculum privo di qualsiasi requisito ed esperienza professionali in ambito culturale». E riguardo le nuove assunzioni intende «verificare se i criteri di assegnazione di nomine e incarichi non siano stati i semplici rapporti di appartenenza politica e amicali».
C’è infatti tutto un capitolo assunzioni già avvenute tramite bando pubblico, a cui in molti casi ha partecipato una sola persona. In sette mesi, ma nei primi venti giorni di presidenza non si registrano assunzioni, sono stati stipulati 88 nuovi contratti di consulenza e collaborazione, come emerge dal sito.
(da agenzie)
Leave a Reply