IL “SALVA CASA”, IL PROVVEDIMENTO VARATO DAL GOVERNO A MAGGIO PER SANARE LE DIFFORMITÀ MINORI NEGLI IMMOBILI, FORTEMENTE VOLUTO DA SALVINI, E’ UN GRAN CASINO ED E’ GIA’ FERMO
LA RIFORMA FATICA A ESSERE MESSA A TERRA PER LA MANCANZA DI PROCEDURE DEFINITE E PER MOLTI PROBLEMI INTERPRETATIVI… RISULTATO: I TECNICI COMUNALI TEMPOREGGIANO, ALTRI TORNANO AI MODULI CARTACEI, I PROFESSIONISTI ENTRANO IN CONFLITTO CON GLI UFFICI
Pronti, partenza, fermi. È il riassunto sul cosiddetto “Salva casa”, il provvedimento varato dal governo a maggio per sanare le difformità minori negli immobili, fortemente voluto dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini. Il problema è che a sentire tecnici, professionisti ed enti locali che devono metterla concretamente in pratica, la riforma sta faticando a essere messa a terra per la mancanza di procedure definite e per molti problemi interpretativi.
Risultato: tecnici comunali che temporeggiano, altri che tornano ai moduli cartacei, professionisti sollecitati dai privati che entrano in conflitto con gli uffici o decidono anche loro di prendere tempo. Ovviamente non ci sono scadenze, quindi non c’è fretta, ma l’incertezza sta complicando la vita a un settore, quello dell’edilizia, che già deve scontare il taglio ai vari bonus di incentivazione e anche le novità sull’aggiornamento catastale annunciati negli ultimi giorni dall’esecutivo.
(da la Repubblica)
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