IL SARCASMO DEL FINANCIAL TIMES: “I BARBARI SI SONO ROMANIZZATI”
“L’ABBAIARE DEI POPULISTI ITALIANI POTREBBE ESSERE PEGGIORE DEL LORO MORSO”.. “MATTARELLA GARANZIA ISTITUZIONALE CHE L’ITALIA NON DERAGLI”
“L’abbaiare dei populisti italiani potrebbe essere peggiore del loro morso”. È il titolo dell’editoriale, a firma di Tony Barber, che il Financial Times pubblica stamani, in cui afferma che “ci potrebbe essere meno da temere dal nuovo assetto politico non convenzionale italiano, di quanto qualcuno pensasse qualche mese fa. Si può avere il coraggio di dirlo? I barbari si sono romanizzati”.
Secondo Barber “ci sono alcuni schemi impressi nella profondità della vita politica, finanziaria e giudiziaria dell’Italia, che si impongono sul governo”. La coalizione giallo-verde si è presentata come una “rottura radicale con le politiche fallite di un’èlite marcia e egoista. Ma il Governo sta già diventando prigioniero del passato e dei vincoli strutturali sui cambiamenti di vasta portata”.
Una lettura, quella dell’editorialista del Financial Times, che è al tempo stesso sarcastica nei confronti dell’Italia gialloverde, ma in un certo senso anche rassicuratoria, nel senso che per il quotidiano della City dopo le parole forti non ci saranno azioni altrettanto dirompenti nell’azione del Governo.
Quindici anni fa Silvio Berlusconi fece scalpore quando, da primo ministro, attaccò i magistrati italiani definendoli “mentalmente disturbati” e “antropologicamente diversi dal resto della razza umana”.
Ora tocca a Matteo Salvini, il successore di Berlusconi alla guida del centrodestra in Italia, e la Lega mettersi in aperto conflitto con la magistratura. Corsi e ricorsi suggestivi. […] In questo senso, la “Terza Repubblica” italiana, nata dopo le elezioni di marzo, inizia ad assomigliare alla “Seconda Repubblica”, che ha vissuto i quattro mandati di Berlusconi come premier tra il 1994 e il 2011.
Barber ricorda le vicende giudiziarie, con il processo sui fondi della Lega e con l’accusa a Matteo Salvini per il caso Diciotti. Ma segnala anche le continue rassicurazioni, anche da parte di Salvini e Di Maio rispetto ai contenuti della manovra economica, così come la composizione del Governo: Giuseppe Conte è il premier, ma è “debole ai limiti dell’impotenza”.
Ci sono poi le figure che rappresentano una “spina dorsale di moderazione e continuità con il passato”, come Giovanni Tria, Enzo Moavero Milanesi, ed Elisabetta Trenta. E soprattutto, Sergio Mattarella, “la garanzia istituzionale che l’Italia non deragli”.
(da agenzie)
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