IL SENSO DI PAOLO BERNINI PER I DIRITTI DEI COLLABORATORI PARLAMENTARI
L’EX M5S CONDANNATO A RISARCIRE IL SUO ASSISTENTE PARLAMENTARE NON HA ANCORA VERSATO I 65.000 EURO DOVUTI
Lorenzo Andraghetti è un ex attivista M5S, sospeso dal partito di Grillo nel 2015, che per due anni è stato assistente parlamentare dell’Onorevole Paolo Bernini. Nel 2015 però Bernini decise di licenziare Andraghetti e assumere un nuovo assistente.
Secondo Andraghetti si è trattato di un caso di licenziamento senza giusta causa, anzi senza alcuna motivazione. Bernini infatti non ha mai specificato il motivo per cui lo ha cacciato e per questo motivo Andraghetti ha portato Bernini in tribunale.
Ad aprile il giudice del lavoro ha stabilito che Andraghetti era stato licenziato ingiustamente e ha condannato Paolo Bernini a versare al suo ex assistente tutte le mensilità non godute dal momento del licenziamento fino al termine della legislatura.
Si tratta di 65mila euro che però Bernini non ha mai versato rifiutandosi di rispettare la sentenza del Tribunale del lavoro che ritiene “inefficace” il licenziamento di Andraghetti. Non è chiaro il motivo per cui Bernini ha licenziato il suo addetto stampa, Andraghetti riferisce di un colloquio avuto con il deputato nel quale Bernini gli avrebbe detto che dal momento che si occupava principalmente di diritti degli animali preferiva avere a che fare con persone che appoggiassero la sua causa.
In realtà per Andraghetti quella è solo una “scusa” e non è la vera motivazione del licenziamento che sarebbe avvenuto in seguito a pressioni “dall’alto” come dimostrerebbe una chat interna tra alcuni parlamentari pentastellati come Carlo Sibilia e Roberta Lombardi dove Manlio Di Stefano lo definiva “noto rosicone mai eletto nonostante svariate candidature interne al m5s”.
Bernini, come è suo diritto, ha fatto ricorso in appello ma il ricorso di per sè non sospende l’esecutività della sentenza.
Per far valere le sue ragioni Andraghetti ha quindi tentato di far pignorare lo stipendio del parlamentare.
Questo è quello che si fa normalmente ma i parlamentari — anche quelli del 5 Stelle — non sono persone normali e in base ad una legge del 1965 il loro stipendio è impignorabile. Curiosamente poi il M5S ha chiesto di abrogare quella legge, ritenuta uno dei tanti privilegi della casta, ma nel frattempo Bernini se ne avvale per evitare di dover pagare.
Nessuno, tantomeno Andraghetti, ritiene che il licenziamento sia dovuto a motivi riguardanti il regime alimentare del deputato Bernini che invece è famoso per essere “un vegano in parlamento” (e per interessarsi di Bilderberg e microchip sottocutanei con i quali il NWO ci spia).
Per la verità le motivazioni ormai sono irrilevanti, perchè la sentenza di primo grado ha stabilito che Andraghetti è stato licenziato senza alcuna motivazione. Starà a Bernini, se lo vorrà , chiarire il motivi per cui ha deciso di interrompere il rapporto di lavoro con il suo assistente parlamentare.
Ieri sera è finalmente andato in onda un servizio di Filippo Roma delle Iene ampiamente anticipato qualche settimana fa dallo stesso Bernini sulla sua pagina Facebook.
Bernini ha cercato subito di buttarla in caciara dicendo che «se questo dice che il licenziamento è illegittimo perchè non viene qui a lavorare» e spiegando che non gli sembra giusto che una persona che non lavora debba essere pagata come se stesse lavorando.
Insomma sembra che Bernini i soldi non li voglia dare perchè non trova giusto che uno (ovvero Andraghetti) “prenda 2000 euro al mese senza fare nulla”, quando in realtà il tribunale ha stabilito che a non essere giusto è proprio l’opposto.
Evidentemente a Bernini sfugge qualche dettaglio circa i diritti dei lavoratori, ma del resto è comprensibile visto che prima di entrare in Parlamento di lavoro (al di là di un’occupazione stagionale per un mese all’anno dal 2002 al 2006) faceva lo studente.
(da “NextQuotidiano”)
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