IL TIZIO CHE TENTA DI FAR STACCARE LA LUCE A CASA DI RENZI
QUANDO NEL 2016 I TECNICI DELL’ENEL SI PRESENTARONO A CASA DI RENZI PER ESEGUIRE UN RICHIESTA DI DISTACCO
Venerdì 14 febbraio 2020, è iniziato al tribunale di Piacenza il processo nei confronti di un consulente Enel che nel 2016 si sarebbe introdotto nei sistemi informatici dell’azienda energetica, carpendo le informazioni di Matteo Renzi e facendo partire una richiesta di distacco come se provenisse direttamente da quello che all’epoca era il presidente del Consiglio.
Quando i tecnici si presentarono però nell’abitazione toscana di Renzi, si scoprì subito che qualcosa non andava e furono avviate le indagini, che ben presto portano all’individuazione del consulente del Punto Enel di Piacenza, ora accusato di accesso abusivo a sistema informatico e sostituzione di persona.
Nel corso della prima udienza sono stati ascoltati alcuni testimoni che avrebbero confermato gli accessi abusivi nella banca dati provenienti da Piacenza.
Il processo continuerà in ottobre, quando in aula sarà chiamata una funzionaria del Cnaipic (Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche) che spiegherà come si è arrivati a identificare l’autore dell’ingresso al sistema e della telefonata.
Secondo l’accusa l’imputato, che si professa innocente, sfruttando la sua professione di consulente presso Enel, avrebbe prelevato gli estremi dell’utenza Renzi di Pontassieve, telefonando al call center dell’azienda dell’energia elettrica e chiedendo la disdetta.
Quando i tecnici si presentarono a casa Renzi furono però fermati prima di procedere al taglio della luce e scattò un’indagine.
In seguito agli accertamenti il piacentino (che si dichiara estraneo ai fatti) è stato rinviato a giudizio con le accuse di accesso abusivo a un sistema informatico e di sostituzione di persona.
(da agenzie)
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