IMANE KHELIF NON È MICA IVAN DRAGO: AI MONDIALI DEL 2018 È ARRIVATA 17ESIMA, L’ANNO SUCCESSIVO 33ESIMA, MENTRE A TOKYO 2020 SI È FERMATA AI QUARTI E NEL MONDIALE DEL 2022 HA PERSO IN FINALE
VITTIMA DI UNA CAMPAGNA VERGOGNOSA DI DIFFAMAZIONE SOLO PER SCHIFOSI INTERESSI POLITICI
In questi giorni sul caso di Imane Khelif si sono lette le più assurde nefandezze anti-sportive. Soprattutto alcuni giornali italiani sono ricorsi a un indecoroso misgendering (cioè l’attribuzione a una persona di un genere in cui non si riconosce) parlando di “un uomo algerino” che starebbe per prendere a pugni una donna italiana, riferendosi al suo imminente match contro la napoletana Angela Carini, in programma alle Olimpiadi 2024 nella giornata del 1° agosto.
Andando con ordine: nata nel 1999 a Tiaret in Algeria, Imane Khelif pratica la boxe da quando è bambina e ha sempre gareggiato nelle categorie femminili. Nella sua carriera ha partecipato ai Campionati mondiali di pugilato femminile a New Delhi nel 2018 (arrivando al 17° posto), poi ha gareggiato in Russia l’anno successivo, ha partecipato a Tokyo 2020 giungendo fino ai quarti di finale e nei Mondiali femminili del 2022 a Istanbul è arrivata seconda.
Tutto sembra filare liscio fino ai Mondiali 2023 organizzati dall’Iba (International Boxing Associaton, associazione non riconosciuta dal Comitato Olimpico Internazionale che organizza le Olimpiadi) nei quali è stata squalificata dopo un test di idoneità di genere, che avrebbe riscontrato in lei il cromosoma XY.Khelif si era difesa parlando di un complotto politico per non farla vincere.
Eppure arriviamo a Parigi 2024 e al fatto incontrovertibile che Khelif così come anche Yu-Ting sono state ammesse alle competizioni di pugilato olimpico. Le regole di ammissione sono in questo caso gestite dalla cosiddetta Boxing Unit. “Queste pugili sono del tutto idonee, sono donne sui loro passaporti, sono donne che hanno gareggiato alle Olimpiadi di Tokyo e gareggiano da molti anni, penso che abbiamo tutti la responsabilità di abbassare i toni e non trasformarla in una caccia alle streghe”, ha dichiarato Mark Adams, portavoce del Cio.
(da Wired)
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