IN SICILIA FLI E’ PLURALISTA: SI PUO’ DIRE TUTTO E L’INCONTRARIO DI TUTTO, ANDARSENE PER UN MOTIVO O PER LA RAGIONE OPPOSTA
UN SEGRETARIO REGIONALE CHE AFFIGGE MANIFESTI PERSONALI SENZA SIMBOLO DI PARTITO, CHI VA CON MUSUMECI E CHI CON CROCETTA… BRIGUGLIO E ARICO’ PARLANO DI LISTA UNICA CON LOMBARDO E MICCICHE’ MENTRE BOCCHINO DI LISTA DI PARTITO CON IL PROPRIO SIMBOLO
La Sicilia è sempre stata ritenuta dagli analisti di Palazzo un laboratorio politico per future alleanze romane.
Ma che stesse diventando anche patria del pluralismo di Futuro e Libertà non era ancora cosa nota.
In effetti in questi giorni pare di assistere a un frenetico manifestarsi di fatti, dichiarazioni, prese di posizione, distacchi e attacchi da parte di esponenti locali di Fli, degni di un frullatore azionato al massimo della potenza.
Dove per una volta non assume rilevanza tanto “chi se ne va”, ma “i motivi addotti” per andarsene.
Tra i tanti, prendiamo quelli di un consigliere regionale e di un assessore uscente di Fli.
Il primo è Pippo Currenti, deputato regionale di Gallodoro, feudo elettorale del portavoce santateresino di Fli, Carmelo Briguglio.
La candidatura di Briguglio — in prima persona — alle regionali di ottobre ha definitivamente compromesso i fragili equilibri che lo legavano al dante causa di sempre.
Currenti che nell’ultima legislatura è stato eletto con quasi 12mila voti di preferenza ha visto insidiarsi, con la “discesa” in campo di Briguglio, il bottino che avrebbe dovuto garantire al deputato regionale da due legislature la riconferma.
In un comunicato stampa sostiene che a motivare le sue dimissioni siano state il tradimento delle “ragioni fondanti di Futuro e Libertà ”… “di chi tutela solo i propri interessi, con azioni contraddittorie e confuse che hanno sbandato il nostro elettorato e soprattutto di chi in buona fede voleva fondare una nuova destra e si ritrova invece a supportare di fatto una vecchia sinistra, con accordi sottobanco che tanto male fanno alla Sicilia”.
Insomma Currenti se ne va perchè Fli è troppo a sinistra, meglio approdare a Musumeci.
Il secondo è l’ex assessore regionale Sebastiano Di Betta che ha ritenuto invece la decisione della segreteria regionale di appoggiare Miccichè una scelta “assolutamente incomprensibile”.
Quindi che farà ?
“Sosterrò Crocetta, la Sicilia non può non voltare pagina e dunque non può non votare Crocetta. Il Pdl – commenta Di Betta – cui Miccichè è stato la massima espressione in Sicilia negli ultimi venti anni, ha già avuto modo di esprimersi e purtroppo il disastro in cui ci troviamo è sotto gli occhi di tutti. Nei prossimi giorni mi confronterò con il Segretario regionale dell’Udc, ed aderirò ufficialmente al partito di Casini”
Insomma, per Di Betta Fli è troppo di destra, meglio andarsene con Casini e Bersani.
Un po’ di confusione ideologica limitata a due politici uscenti in cerca di conferma?
Beh, passiamo ai vertici di Fli.
Parole di Italo Bocchino dopo la segreteria regionale: “Le elezioni siciliane sono centrali in questa fase perche’ faranno capire lo stato di salute dei grandi partiti e sara’ anche una verifica sul territorio (purtroppo…n.d.r.)”. “Il simbolo di Fli ci sara’ sicuramente alle elezioni, non c’e’ motivo per cui non debba esserci”.
Quindi lista di Fli con proprio simbolo, assicura Bocchino.
Ma che dice Briguglio al termine della stessa riunione?
“Saremo leali con Miccichè, ma serve una lista unica”. “L’invito a creare una lista unica nasce dalla “necessità — spiega Briguglio — di far parte di un’alleanza. Altrimenti, la pena sarebbe quella massima: l’irrilevanza”.
Insomma nessun problema a rinunciare al proprio simbolo,
L’opposto di quanto dichiarato da Bocchino che gli stava seduto accanto.
Avremo capito male?
Sentiamo un terzo soggetto dei presenti, il consigliere regionale uscente Aricò’: “Sono favorevole ad una lista unica con gli alleati purche’ sia garantita la nostra identita’ (leggi poltrone…n.d.r.) . Dobbiamo mettere in campo la nostra migliore classe dirigente in tutte le nove province, eleggere quanti piu’ deputati possibili ed essere determinanti nell’elezione del nostro candidato presidente”.
Quindi lista unica con tutti dentro e poi via alla battaglia delle preferenze, così si evita lo sbarramento del 5% e “la bella morte” temuta da Briguglio.
Ultimo particolare che lascia interdetti: per le strade di Messina campeggiano in gran quantità manifesti elettorali di un candidato senza alcun simbolo su uno sfondo blu acceso.
Che siano di un apolide ancora in cerca di un partito o di uno scappato di casa che i familiari vogliono ritrovare?
No, è il manifesto elettorale personale di Carmelo Briguglio, il segretario regionale e deputato di Futuro e Libertà , evidentemente in incognito.
Che sia incredibile che Briguglio preferisca non mettere il simbolo del proprio partito fa parte in fondo delle piccole miserie del laboratorio politico siciliano.
Avanti con Miccichè …
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