IN UN PAESE DI PAROLAI, IL MIGLIORE E’… MUTI
SIAMO ABITUATI A FARCI METTERE I PIEDI SOPRA ANCHE DALLA LIBIA, AD ACCETTARE COMPROMESSI, A VERGOGNARCI DEL NOSTRO PASSATO, A PERDERCI IN CHIACCHIERE… PER FORTUNA CHE C’E’ IL RICCARDO ( MUTI ), ULTIMO ESEMPIO DI ITALIANO CON LE PALLE… CHE NON FA METTERE BECCO ALLA REGINA ELISABETTA SULLA SUA MUSICA… SALUTA E SE NE VA
Sarebbe stato un Ministro per i beni culturali straordinario (quasi come Bondi…), un uomo che tutto il mondo ci invidia per il suo straordinario talento e che siamo riusciti a far allontanare dalla Scala, unici al mondo, mentre le Orchestre dei vari continenti gli avrebbero fatto ponti d’oro per potergli assegnare la loro direzione.
Sarebbe stato un Ministro cui assegnare carta bianca e avrebbe rivoluzionato il settore con la sua genialità e la sua applicazione quasi maniacale.
Tanti raccomandati piazzati dai partiti avrebbero percorso le scale a calci nel fondoschiena, liberandoci dai mille tentacoli in cui è oppressa la cultura italiana nei vari settori, dall’arte alla musica, dall’Opera ai Musei.
Una piovra che fa sperperare allo Stato italiano milioni di euro per sostenere iniziative senza alcuna valenza artistica, un caravanserraglio di lecchini e manutengoli, in costante perdita economica e dissesto artistico.
Ma non è questo un Paese in grado di dare carta bianca a nessuno, al massimo può distribuire gli asciugoni Scottex per detergersi dal sudore che si spreca per portare a termine un’esibizione, tra gli scioperi degli orchestrali e degli scenografi, per arrivare ad altro tipo di carta più adatta all’uso di come vengono sperperati i soldi pubblici per finanziare le compagnie teatrali ammanigliate col potere politico.
Un ministero che ha avuto come esponenti Rutelli e Bondi, secondo voi, avrebbe mai potuto essere affidato a uno Zeffirelli o a un Riccardo Muti? No, infatti.
Si tratta di personaggi che, grazie a quanto hanno raccolto nella vita, in termini di stima planetaria, si possono permettere di mandare a quel paese chiunque e fare solo ciò che desiderano.
Epico lo scontro tra Riccardo Muti e il presidente Ciampi che chiedeva l’inno di Mameli alla Scala per la sua presenza e il grande maestro non lo eseguì, in quanto non previsto ( poi fecero pace e in occasione di una seconda visita fu eseguito).
Fantastico quando di fronte alle contestazioni e litigi del personale tecnico, Muti tolse il disturbo alla Scala senza pensarci un attimo.
Un uomo che ha diretto tutte le maggiori orchestre mondiali non accetta compromessi, si può permettere il lusso di scegliere lui dove andare. E ha colpito anche a Londra in questi giorni.
Dopo essere stato dal 1972 al 1980 successore del grande Otto Klemperer come principale conductor della Philharmonia Orchestra, avrebbe dovuto dirigerla nel ricevimento dedicato ai 60 anni del principe Carlo a Buckingham Palace.
Riccardo sarebbe stato la stella tra le stelle, secondo anche la stampa inglese. Ma dato che la regina avrebbe preteso di mettere becco nel programma da camera e nella durata delle esecuzioni ( troppo lungo questo, troppo noioso l’altro), Riccardo ci ha messo poco: ha preso cappello e se n’è andato.
Il suo carattere non tollera obiezioni da “ignoranti”, la sua tempra è fuoco puro e questi albionici non hanno capito che a un grande genio non si mettono le briglie.
Lui crea musica, non è un dipendente, e manda a quel paese chiunque, se lo può permettere.
Muti non dirige “musica d’ambiente” per compleanni vip, per lui il podio è un’isola di grande impegno e di grande sofferenza, lui plasma quel nulla inerte che giace nello spartito.
E’ il massimo esecutore della musica buffa del Settecento napoletano, e’ il più amato e stimato direttore d’orchestra al mondo, un orgoglio per l’Italia, se ne frega se un re annoiato non capisce.
E’ subito andato a Monaco, dove sta preparando il Romeo e Giulietta di Hector Berlioz e poi da lì mille altri impegni in tutto il mondo.
Siamo un Paese di “signorsì” e di genuflessioni ai poteri forti, per fortuna che c’e’ il Riccardo… un grande italiano e meridionale che non ha scrupoli a “mandare a fanculo” i potenti…
Almeno lui ci fa ancora sognare…
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