INTERVISTA A BOCCIA:”CASO AZZOLLINI, IL PD NON VEDE UN BUCO DA MEZZO MILIARDO”
“IL TENTATIVO DELLA POLITICA DI SMINUIRE L’INCHIESTA: MA HANNO FATTO SPARIRE 500 MILIONI”
C’è quasi un sottinteso nel voto con cui il Senato ha evitato l’arresto di Antonio Azzollini.
Non solo la Procura e il gip di Trani sono implicitamente accusati di “perseguitare” il senatore di Ncd (il famoso fumus persecutionis), ma la politica pare ansiosa di sminuire l’intera inchiesta sul crac della Casa divina provvidenza: “E invece là c’è una bancarotta da mezzo miliardo su cui Procura e Tribunale hanno fatto un ottimo lavoro. Anzi, chiedendo il fallimento nel 2013 hanno evitato che il buco diventasse ancora più grande”.
Chi parla è Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera, deputato Pd eletto in quelle zone e da anni avversario della gestione della clinica su cui — dicono i pm — regnava Azzollini: “Io ho chiesto per la prima volta l’amministrazione controllata nel 2007, invece si è andati avanti come se nulla fosse. Di fatto, ancora una volta, i pm hanno supplito all’incapacità della politica”.
Il Senato reagisce dicendo no ai domiciliari per Azzollini.
“Guardi, io non auguro la galera a nessuno e con Azzollini ho rapporti persino cordiali, ma la politica ancora una volta ha deciso di girarsi dall’altra parte. I senatori del Pd si assumono una grossa responsabilità davanti all’opinione pubblica, specialmente perchè sembra che qualche garantista interessato, salvando Azzollini, voglia screditare tutta l’inchiesta di Trani.
A chi si riferisce?
Ad esempio Giorgio Tonini e Pietro Ichino.
Sono senatori del suo partito.
E questo mi dà da pensare, ma a loro e agli altri che si sono nascosti dietro al voto segreto chiarisco una cosa che non è in discussione: dalla Casa divina provvidenza sono spariti 500 milioni in un decennio. Non solo: dal 2005 al 2013 i manager di un’azienda a cui erano stati concessi pre-pensionamenti e cassa integrazione hanno assunto 670 persone senza motivo.
Lei dice in sostanza che i manager del“buco”erano uomini di Azzollini, il quale usava Cdp a fini clientelari.
Questo, veramente, lo dice la Procura. Io auguro ad Azzollini di dimostrare la sua innocenza, ma insisto: c’è un buco da mezzo miliardo che per 400 milioni riguarda l’erario, tasse non pagate che peseranno su tutti i contribuenti. Mi piacerebbe che i colleghi senatori, primo il capogruppo Luigi Zanda, dopo aver avuto questa crisi di coscienza, si occupino anche di questo. Questi sono numeri certificati dal ministero dello Sviluppo economico.
Sono i numeri della relazione del commissario governativo Bartolo Cozzoli, che fu nominato da Enrico Letta ed è suo amico.
E allora? Il commissario è di nomina governativa e, com’è evidente dal curriculum, è un eccellente professionista e sta lavorando in simbiosi con magistrati e ministero: il punto d’arrivo del suo lavoro è tenere aperta la clinica trovando un gruppo che la gestisca bene, non certo creare un’altra struttura clientelare. Quanto a me, fa fede il mio lavoro da commissario liquidatore a Taranto e l’approccio rigoroso che ho sempre avuto con la Divina provvidenza.
Torniamo ad Azzollini. Il Pd stavolta sceglie la libertà di coscienza, ma per Francantonio Genovese il premier impose il sì all’arresto.
Personalmente mi suona come una beffa. Io sogno una sinistra garantista, ma vedo che appare e scompare in funzione del momento: la libertà di coscienza deve valere sempre o mai, la corrente alternata è un problema.
Al Senato i numeri sono ballerini e il partito di Azzollini, Ncd, serve a tenere in piedi il governo
Spero che non sia questo il motivo, comunque il Pd non può pensare che questa scelta, per di più episodica, non abbia effetto su come ci guarda l’opinione pubblica. Soprattutto se continua a non occuparsi del vero problema.
Cioè?
La sanità gestita da alcune Congregazioni cattoliche ha accumulato in questi anni buchi enormi in più di un caso. È vero che con Papa Francesco le cose sono cambiate e c’è più collaborazione, ma il problema resta. Ecco, se uno scopre che le suore della clinica pugliese hanno conti schermati da una fiduciaria con decine di milioni di euro, più che lo spirito di Bergoglio sembra vigere ancora quello di Marcinkus…
Marco Palombi
(da “il Fatto Quotidiano”)
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