INTERVISTA A GULEN: “ERDOGAN AVVELENATO DAL POTERE, NON DOVEVO FIDARMI”
“HO PIU’ VOLTE CONDANNATO IL GOLPE, RIFIUTO OGNI ACCUSA”
Nella sua abitazione americana, dove è in esilio, Fethullah Gulen ha rilasciato un’intervista al Corriere della sera dove spiega il suo punto di vista sul tentato golpe turco contro il presidente Erdogan.
Erdogan stesso ha individuato proprio in Gulen la mente del colpo di stato e ha richiesto agli Stati Uniti la sua estradizione in Turchia. Richiesta che l’imam turco commenta così:
“Finora il governo degli Stati Uniti non ha confermato di aver ricevuto una richiesta ufficiale di estradizione dal governo turco. È evidente che si tratta di una richiesta politicamente motivata e sono sicuro che i fatti lo dimostreranno. Ho più volte criticato il colpo di stato e rifiuto con forza ogni accusa di un mio coinvolgimento. Le autorità del governo degli Stati Uniti hanno detto chiaramente che seguiranno le procedure legali nel rispetto della legge e del diritto. Non sono preoccupato e coopererò con le autorità americane”.
A proposito del suo passato rapporto con Erdogan, Gulen spiega:
“Durante la campagna elettorale del 2002, il partito di Erdogan promise di portare avanti il tentativo di ingresso della Turchia nell’Unione europea, di difendere i diritti umani e le libertà e di porre fine alla discriminazione dei cittadini sulla base della loro visione del mondo e appartenenza a gruppi sgraditi. Nessun altro partito portava avanti riforme democratiche e per l’ingresso nell’Ue quanto il partito di Erdogan. Durante il suo primo mandato, Erdogan applicò davvero alcune riforme democratiche e fu elogiato per questo dai leader europei. Ma sembra che, dopo essere rimasto al potere troppo a lungo, il presidente Erdogan e il suo partito siano stati affetti dal veleno del potere. Non mi pento di aver appoggiato le riforme democratiche. Se fosse stato un partito diverso a promuoverle, lo avrei sostenuto ugualmente. Adesso, col senno di poi, mi rendo conto di avergli dato troppa fiducia. Mi pento di aver creduto che fossero sinceri sulle cose che promettevano di portare a termine”.
L’imam poi nega decisamente il suo coinvolgimento nel tentato golpe:
“La mia posizione, i miei scritti, i miei discorsi, le mie idee, sono pubblici e chiari. In tutta la mia vita, sono stato vittima di colpi di stato, ho sofferto durante i regimi militari, e ho criticato l’intervento dell’esercito nella politica locale. Se degli individui che leggono le mie opere o che ascoltano i miei discorsi o simpatizzano con le mie idee sono stati coinvolti nel colpo di stato, allora quello che hanno fatto è un tradimento dei miei valori di base”.
(da “Huffingtonpost”)
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