INTERVISTA DI FINI A PORTA A PORTA: “SUL CASO RUBY NON VOTO, IL GOVERNO SI PREOCCUPI PIUTTOSTO DELLA OCCUPAZIONE DEI GIOVANI E DELLE DONNE”
“IL VERO PREMIER E’ BOSSI, SILVIO E’ UN SIGNORE CHE HA BISOGNO VITALE DI LUI”…”IL PROCESSO BREVE? LA NORMA TRANSITORIA E’ UNA VERGOGNA”..”LA DESTRA C’ERA PRIMA DI BERLUSCONI E CI SARA’ ANCHE TRA CENTO ANNI”
Il vero presidente del Consiglio non è Silvio Berlusconi ma Umberto Bossi.
È l’opinione del presidente della Camera, Gianfranco Fini, intervistato a Porta a Porta.
«Bossi – ha osservato – non è diverso da quello di ieri ma oggi non c’è più chi come Fini contrastava Bossi quando diceva cose lesive dell’identità nazionale, cose che potevano incrinare l’unità nazionale. Il problema non è Bossi ma Berlusconi che gli ha concesso la possibilità di essere il dominus della maggioranza. Il vero premier è Bossi non Berlusconi. Berlusconi è un signore che ha un bisogno vitale di Bossi».
Silvio Berlusconi «non ha dimestichezza col dissenso: se qualcuno non è d’accordo con lui, immediatamente gli scatta la sindrome del complotto. «Berlusconi dice che mi sono messo d’accordo con l’Anm (e all’epoca della Bicamerale con D’Alema) alle sue spalle: penso che non abbia dimestichezza con il dissenso, gli scatta la sindrome del complotto» ha detto Fini nell’intervista registrata.
Poi aggiunge: «La destra c’era prima e, quando tra cento anni Berlusconi sarà uscito dalla vita politica, ci sarà ancora pure dopo».
Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, torna poi a criticare il ddl sul processo breve che arriverà in Aula a Montecitorio il prossimo 28 marzo: «È una vergogna una norma transitoria che cancella i processi in corso, togliendo alle parti lese il sacrosanto diritto di vedersi riconosciuto il diritto alla giustizia».
Invece sul caso Ruby il presidente della Camera ha affermato che non voterà sul conflitto attribuzione.
Poi risponde con una domanda alla domanda sulla casa di Montecarlo: «fra qualche giorno si pronuncia in via definitiva la magistratura e ci sarà la parola fine anche a questa storia».
«Leggeremo il testo e poi ne discuteremo in Parlamento» risponde Fini ad una domanda sulla riforma della giustizia che sarà portata in Consiglio dei ministri la prossima settimana.
«Resto favorevole alla separazione delle carriere», dice Fini, che sottolinea di non cambiare idea solo perchè la riforma è quella del governo Berlusconi.
Ma poi aggiunge che il Consiglio dei ministri la prossima settimana dovrebbe piuttosto occuparsi «della reale condizione meridionale o di un piano di rilancio dell’occupazione giovanile».
«Ieri è stata presa la decisione saggia di chiedere quattro mesi in più per il federalismo».
«È una decisione che allunga la legislatura: Non si voterà più quest’anno». Poi sui problemi degli italiani: «Spero che nell’agenda del governo ci siano, quanto prima, i problemi degli italiani. L’inflazione è tornata quella del 2008, una donna su due non ha lavoro. Questi sono i problemi»
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