INVOCANO “FORNI CREMATORI” PER LA FORNAIA DELLO STRISCIONE SUL 25 APRILE: MINACCE NEONAZISTE AD ASCOLI
INNEGGIARE ALLO STERMINIO E’ UN REATO, LA QUESTURA E IL SINDACO DI ASCOLI DI FDI AGISCANO DI CONSEGUENZA: E’ PIU’ FACILE IDENTIFICARE UNA COMMERCIANTE STIMATA O INDIVIDUARE CHI MINACCIA E INNEGGIA ALLO STERMINIO ?
Un gruppo di sedicenti neofascisti di Ascoli Piceno ha evocato i “forni” – con un chiaro riferimento a quelli crematori impiegati nei campi di sterminio – nei
confronti di Lorenza Roiati, titolare del panificio “L’assalto ai forni” di Piazza Arringo che due giorni fa, in occasione della Festa della Liberazione, ha appeso sulla facciata del suo locale un lenzuolo con la scritta: “25 Aprile, buono come il pane bello come l’antifascismo”, a seguito del quale è stata sottoposta a ben due controlli di polizia consecutivi nell’arco di una manciata di ore.
Ebbene, ieri sera – sabato 26 aprile – è comparso in via Luigi Marin, ad un centinaio di metri dalla sede della Questura di Ascoli Piceno, uno striscione che inneggia “Ai forni”, scritta preceduta dalle parole “L’assalto”, cancellate. Lo striscione – inequivocabilmente inneggiante l’olocausto – è stato rimosso in serata. Un altro striscione a poca distanza recitava: “Da quel forno un tale fetore, che diventa simpatico anche il questore”.
Da tempo Ascoli Piceno finisce sovente al centro delle cronache sia locali che nazionali per episodi legati al naofascismo. Il sindaco, Marco Fioravanti (Fratelli D’Italia), nell’ottobre del 2019 partecipò alla celeberrima cena commemorativa della Marcia su Roma nella vicina Acquasanta Terme, borgo teatro nel marzo del 1944 di un eccidio ad opera dei Nazisti che costò la vita a 42 persone nelle frazioni di Pozza e Umito. Tra le vittime anche una bambina di 11 mesi bruciata viva davanti agli occhi della mamma. Fioravanti in seguito tentò di giustificarsi affermando di non aver visto il busto di Mussolini e il fascio littorio stampati sul menù.
Gli stessi “nostalgici” piceni di recente – e come di consueto stando ben attenti a non essere visti – hanno esposto un lenzuolo con la scritta “Antifascismo = mafia” al Liceo Scientifico A. Orsini di Ascoli.
La questura fa sapere che sono in corso indagini per individuare gli autori del gesto e che sono stati disposti controlli rafforzati in città e nel territorio.
Libertà di espressione e limiti legali in Italia
L’articolo 21 della Costituzione italiana sancisce il diritto di tutti di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
Questo diritto include la possibilità di esprimere opinioni anche attraverso striscioni e cartelli. Tuttavia, la libertà di espressione non è illimitata e trova dei limiti legali in caso di incitamento alla violenza, all’odio o di violazione del buon costume. Il messaggio esposto sul panificio di Ascoli, con la sua natura semplice e positiva, non rientrava in queste categorie restrittive.
L’intervento della polizia, di fronte a uno striscione apparentemente innocuo, solleva quindi interrogativi sulla proporzionalità dell’azione e sulla possibile lesione del diritto alla libertà di espressione della titolare del forno.
L’incidente di Ascoli evidenzia il delicato equilibrio tra il diritto di esprimere le proprie opinioni e le responsabilità delle forze dell’ordine nel mantenimento dell’ordine pubblico. Il fatto che un messaggio antifascista inoffensivo abbia portato all’intervento della polizia suggerisce una possibile interpretazione restrittiva delle forme di espressione accettabili durante le celebrazioni della Festa della Liberazione da parte delle autorità locali.
IL CASO DIVENTA NAZIONALE
Sta assumendo le dimensioni di un caso politico nazionale la vicenda dell’identificazione di una fornaia di Ascoli Piceno, «rea» di aver appeso uno striscione antifascista il 25 aprile. La titolare del panificio «L’assalto ai forni» Lorenza Roiati, come ormai noto, venerdì mattina ha srotolato sulla porta del negozio un lenzuolo striscione con la scritta «Buono come il pane, bello come l’antifascismo». Un gesto simbolico e pacifico, a fronte del quale la donna è stata però identificata da alcuni agenti di polizia. La polemica politica, esplosa a livello locale, ora diventa nazionale. O per lo meno è questa la dimensione che danno ora alla vicenda alcuni leader di centrosinistra. A partire da Elly Schlein. «A Lorenza Roiati, la panettiera di Ascoli Piceno che il 25 aprile ha appeso al suo forno il lenzuolo antifascista, tutta la mia personale solidarietà e quella del Partito Democratico», scrive sui social la segretaria del Pd, secondo cui «quegli striscioni intimidatori e fascisti non sono solo un insulto a lei, ma a tutte e tutti coloro che si riconoscono nei principi antifascisti della nostra Costituzione, nata dalla Resistenza». «Con la stessa meticolosità con cui nella giornata del 25 aprile sono state chieste le generalità di Lorenza per ben due volte, auspico che si accertino i responsabili di questi insulti fascisti inaccettabili», conclude Schlein.
La solidarietà di Riccardo Magi e Ilaria Cucchi
Ci va già duro pure Riccardo Magi, segretario di Più Europa. «In un Paese normale, scrivere che l’Antifascismo è bello il 25 Aprile dovrebbe essere come scrivere Buon Natale il 25 dicembre. Purtroppo però l’Italia non è un Paese normale e oggi festeggiare la Liberazione dal nazifascismo porta a essere identificati dalla polizia e a subire pesanti intimidazioni, come è accaduto alla fornaia di Ascoli Lorenza Roiati, a cui va la nostra solidarietà. Questo è però il clima che si respira nel Paese, ed è un antipasto di quello che accadrà da ora in poi quotidianamente con il Dl Sicurezza. I liberi cittadini di una Repubblica nata dall’antifascismo sono un po’ meno liberi e la Repubblica è un po’ meno antifascista», attacca Magi.
Chi si appresta a solidarizzare concretamente con la fornaia identificata, poi, è Ilaria Cucchi. L’attivista e senatrice, eletta con Alleanza verdi e sinistra, sarà domani ad Ascoli Piceno, al suo fianco. Lo ha annunciato la stessa Lorenza Roiati: «Insieme chiederemo un incontro al sindaco della mia città Marco Fioravanti, certe di ricevere da lui il sostegno e la giusta tutela per i fatti gravissimi accaduti. Siamo tutti e tutte antifasciste», ha scritto la fornaia sui social, pubblicando la vignetta di Mauro Biani di oggi su La Repubblica a lei dedicata.
(da agenzie)
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