L’80% DEL PESCE CHE MANGIAMO ARRIVA DALL’ESTERO
NEI MARI ITALIANI SI PESCANO 180.000 TONN DI PESCI, LE IMPORTAZIONI AMMONTANO A 1 MILIONE DI TONN
Quasi l’80% del pesce che finisce sulle tavole degli italiani viene dall’estero.
I dati ISTAT elaborati da Coldiretti pubblicati oggi dalla Stampa ci spiega che nei mari italiani si pescano oggi 180mila tonnellate di pesci, mentre le importazioni ammontano a oltre un milione di tonnellate (erano 582mila nel 1993, +84%), compresi prodotti congelati, essiccati e preparazioni, con Spagna, Paesi Bassi e Grecia sul podio dei Paesi esportatori e il 40% in arrivo da Paesi extra Ue.
La quota del fresco ammonta a 290mila tonnellate.
Al primo posto tra i prodotti stranieri ci sono seppie e calamari (135mila tonnellate), seguiti dalle conserve di tonno e gamberetti.
A condire di pepe la situazione anche i prodotti scambiati per altri prodotti, come l’ormai famoso pangasio del Mekong che viene venduto come cernia, oppure il polpo del Vietnam spacciato per nostrano o allo squalo smeriglio venduto come pesce spada.
Nel corso del 2017 le Capitanerie di porto hanno effettuato 21.112 verifiche lungo tutta la filiera, rilevando 2.814 illeciti, più del 13%.
La Stampa cita un focus dei NAS che conferma le irregolarità , che però non sono solo sull’import: dal gennaio 2017 al giugno 2018 su 2.476 controlli effettuati sono state riscontrate 697 situazioni di «non conformità », circa il 27% (ristorazione esclusa), con 310mila kg di prodotti sequestrati e 70 strutture chiuse.
Le irregolarità penali (237 i denunciati) vanno dalla tentata frode in commercio (pesce congelato venduto come fresco o in cattivo stato di conservazione) fino alle lesioni per aver somministrato ai clienti prodotti infestati dalla larva dell’anisakis o contaminati da istamina, sostanza che si sviluppa nel pesce vecchio o mal conservato e che può provocare una reazione allergica nota come “sindrome sgombroide”.
(da “NextQuotidiano”)
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