LA BELLA ITALIA DELLE AZZURRE DEL CALCIO
C’E’ CHI AI MONDIALI CI VA
Buffon a casa, Pipitone al mondiale. Girelli sì, Insigne no.
Il calcio azzurro è una meraviglia al femminile: dopo vent’anni, superando il Portogallo a Firenze 3-0, le nostre calciatrici si qualificano per la Coppa del Mondo in Francia del 2019.
Una vittoria netta, ottenuta con la determinazione, il bel gioco, la fantasia, la forza del collettivo.
L’allenatrice Milena Bertolini ha firmato un autentico capolavoro. Ma questo successo non deve sorprenderci. Siamo di fronte a un movimento in crescita, lo spareggio per lo scudetto di questa stagione, tra Juventus e Brescia, vinto dalle bianconere, è stato emozionante, tra due squadre eccezionali sotto il profilo tecnico, agonistico e tattico. Stefano Braghin, responsabile del progetto Juventus Women, da tempo mi aveva parlato delle immense potenzialità del football al femminile: ora è arrivato il risultato più importante, la conquista del mondiale.
Gli azzurri, dopo sessant’anni dalla prima volta, Svezia 1958, e quattro coppe conquistate, guarderanno Russia 2018 davanti alla televisione.
Le nostre calciatrici, ora, possono sognare in grande.
Nella mia carriera di cronista, ho avuto la fortuna di lavorare in televisione con Carolina Morace, tra le nostre prime fuoriclasse.
Anche lei era pronta a scommettere, in epoca non sospetta, sull’affermasi di un calcio che non aveva niente da invidiare a quello degli uomini: bisognava soltanto crederci, fare degli investimenti, mettere insieme un campionato competitivo, puntare sui vivai. Adesso, le nostre ragazze hanno superato nel consenso popolare gli strapagati ragazzi. È soltanto un inizio, non è vero Barbara Facchetti, capodelegazione della nazionale e figlia di Giacinto Magno? Barbara, che non ha mai avuto dubbi.
Bella questa storia, brave queste atlete: è tramontato, finalmente, il tempo del sarcasmo, dei sorrisini, delle battute spesso sgradevoli.
Ed è tempo di archiviare la frase pronunciata da Guido Ara, campione e allenatore della mitica Pro Vercelli, nel 1909: “Il calcio non è uno sport per signorine”.
(da “Huffingtonpost“)
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