LA MELANDRI A MOMBASA PROVA A SALTARE LA CODA IN AEROPORTO: IN TRECENTO SI RIBELLANO
ENNESIMA FIGURACCIA DELLA DEPUTATESSA PD, ELETTA IN LIGURIA E MAI PIU’ VISTA… DI RITORNO DALLA SUA VILLA PROLETARIA IN KENIA VOLEVA SCAVALCARE TUTTI AL CECK-IN.…”SIAMO TUTTI UGUALI, METTITI IN FILA ANCHE TU” GLI URLANO IN TRECENTO.
Il Kenia non porta fortuna all’ex ministro Giovanna Melandri, ogni volta che ci va le succede qualcosa.
Che sia nella dimora vendutale da Daria Colombo, moglie del cantautore Roberto Vecchioni, a Watamu, dove era rimasta bloccata per gli scontri tra la polizia e i manifestanti che contestavano l’elezione di Mwai Kinakio, o per le foto galeotte che la ritraevano, a dispetto di ogni pubblica e piccata smentita, scatenata ospite danzante in kaffetano grigio chiaro, insieme a Simona Ventura, Raffaella Zardo e Ana Laura Ribas, nella superlussuosa villa di Flavio Briatore a Malindi.
Come se poi ballare scalza a Capodanno come una letterina qualsiasi, fosse un peccato mortale, indegno di una radical chic di casa a New York.
Come se non si sapesse la sua predilezione per gli ambienti mondani, rispetto alle periferie degradate delle metropoli. Infatti, eletta a Genova come capolista del Pd alla Camera, gli elettori genovesi avevano presentato istanza alla Sciarelli per sapere che fine avesse fatto, dato che a Genova, nonostante le promesse, non l’avevano mai più vista.
Almeno ora sappiamo dov’era finita durante le vacanze natalizie: a fare volontariato in qualche sperduta comunità di recupero o forse ad aiutare i barboni alle prese con il gelo?
Macchè, nella sua villa in Kenia.
Sabato 10 gennaio erano in attesa di imbarcarsi su un volo Eurofly per Roma circa 300 persone, tutti in fila da tempo e già un po’ nervosi.
Ecco che arriva la Giovanna, in compagnia di un suo conoscente, un signore alto e distinto. I due, uno accanto all’altro, pensano bene di scavalcare tutti e fare il check-in tra i primi.
Gli altri se ne accorgono, la riconoscono, si incavolano di brutto e inveiscono contro i due. Si sentono chiaramente le urla: “Siamo tutti uguali, mettetevi in fila anche voi”.
Imbarazzo evidente, figuraccia mostruosa.
Forse la Melandri è abituata in Italia, dove la Casta gode di privilegi, sale Vip e precedenza assoluta, anche senza essere più ministri, ma certo che mal si concilia la sua arroganza con l’appartenenza a un partito “democratico”, dove l’uguaglianza dovrebbe essere garantita a tutti i cittadini.
D’altronde le trasferte della Giovanna sono state spesso movimentate.
Basti ricordare la recente campagna per Barack Obama presso la comunità italo-americana, caratterizzata da contestazioni a Philadelphia ( “Comunista, torna in Italia” le hanno urlato in un circolo sociale siciliano) e persino in un bar, a seguito del blitz di un signore calabrese che le ha fatto vedere tutto orgoglioso la foto di Benito Mussolini sul telefonino.
E non va meglio alla Giovanna quando opta per le vacanze al mare in Italia.
Nella sua villa di Filicudi a ferragosto del 2007 si prese un febbrone da cavallo con ricovero in ospedale a Lipari, qualche anno prima era rimasta appollaiata per ore su uno scoglio tra il porto di Pecorini e capo Graziano, in attesa dei soccorsi.
Se non sapesse dove andare in futuro, rammentando la sua elezione a Genova, può sempre fare un salto al Cep di Prà o a Begato.
Magari dà un’occhiata alle case popolari, là dove una volta la sinistra prendeva parecchi voti… prima dell’avvento delle nobildonne, ovvio.
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