LA MELONI DA COSTANZO RIPETE LA BUFALA DEI BAMBINI COSTRETTI A SCAMBIARSI I VESTITI DAL DDL ZAN
COSA NON SI FA PER AMMICCARE A QUALCHE REAZIONARIO OMOFOBO E FRUSTRATO
Per capire quanto possa essere aggiornato il dibattito sulla legge anti-omofobia in Italia, basta seguire alcuni spezzoni del Maurizio Costanzo Show di ieri sera.
Giorgia Meloni da Costanzo è sollecitata più volte sulla necessità , in Italia, di avere una legge che punisca chi manifesta odio nei confronti della comunità LGBT.
Lo spunto, secondo Costanzo, sta proprio nell’episodio che si è verificato presso la stazione di Valle Aurelia a Roma, dove un ragazzo è stato aggredito da una terza persona semplicemente perchè si stava baciando con il proprio partner. Una vicenda su cui, tra le altre cose, anche la Meloni aveva avuto modo di esprimere solidarietà .
Ma una cosa è predicare, un’altra è razzolare. E allora, incalzata da Costanzo sulla necessità di avere una legge che finalmente possa contrastare concretamente il fenomeno dell’omofobia dilagante nel nostro Paese, la leader di Fratelli d’Italia non ha di meglio da fare che ripetere una bufala della propaganda contro il ddl Zan.
«Non è possibile picchiare due ragazzi perchè si stanno baciando e chi lo ha fatto deve avere una pena esemplare — ha detto la Meloni, evidentemente in difficoltà sotto lo sguardo severo di Maurizio Costanzo -. Cosa diversa però è utilizzare questo argomento che io condivido per fare altro, perchè una cosa è dire combattiamo la violenza, un’altra è dire andiamo dai ragazzini di sette anni alle scuole elementari e fargli scambiare i vestiti per spiegargli cosa sia l’omosessualità ».
Cosa dice il ddl Zan, davvero
Non c’è un singolo passaggio del ddl Zan — il cui iter, tra le altre cose, è fermo in parlamento proprio a un passo dalla sua approvazione — in cui si parli di bambini che devono scambiarsi i vestiti per capire cosa sia l’omosessualità a scuola.
Il provvedimento, invece, non è altro che un’aggiunta di tutela per tutte quelle componenti della società che, al momento, sono già coperte contro l’odio razziale.
Di fronte all’evidenza, Giorgia Meloni non ha fatto di meglio che insistere sulla solita propaganda e sugli slogan che hanno una distanza siderale con la realtà . Ma, evidentemente, è il linguaggio che meglio funziona tra la sua base.
Nella mattinata di oggi, tra l’altro, dopo la performance di Giorgia Meloni al Maurizio Costanzo Show, è intervenuto nel dibattito pubblico anche il deputato del Pd Alessandro Zan. Quest’ultimo ha evidenziato come la leader di Fratelli d’Italia abbia diffuso false informazioni in televisione — con a disposizione una vastissima platea -, senza l’opportuno contraddittorio: “È vergognoso che Giorgia Meloni continui a distribuire fake news sulla legge contro omotransfobia in TV nazionali, senza contraddittorio politico, speculando sui diritti dei bambini e sulle paure dei genitori. Una malafede pericolosa e insopportabile”
Ma davvero la legge Zan obbligherebbe i bambini a travestirsi?
Si tratta ovviamente di una enorme falsità . Anzi: se mai in un universo parallelo esistesse qualcuno discriminato o oggetto di violenza perchè etero, verrebbe tutelato dalla nuova legge perchè al comma 1 dell’articolo 604-bis del codice penale alle parole “propaganda idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi” viene aggiunto “oppure fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere”.
Si tratta di modificare il decreto legge 122 del 1993, la cosiddetta legge Mancino. Insomma tutelare non solo chi è vittima di reati di violenza di matrice omofoba ma anche punire la violenza contro le donne.
Meloni questo a Costanzo però non lo dice, come non dice come mai nel nostro Paese se le norme sono già sufficienti episodi come quello di Valle Aurelia sono all’ordine del giorno.
Il resto della legge poi estende la condizione di “particolare vulnerabilità ” alle vittime di violenza fondata “sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere”, istituisce una giornata nazionale contro l’omofobia e prevede una ulteriore dotazione di 4 milioni di euro per il Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità . Ma per spiegare a cosa serve la legge Zan bastano le parole che all’epoca usò il suo relatore, Alessandro Zan, per controbattere a Salvini che usava le medesime argomentazioni di Giorgia Meloni:
“Questa non è una legge liberticida. Non abbiamo inventato nulla, c’e’ la legge Reale-Mancino del 1975 che è legge dello Stato. Prevede una tutela rafforzata per le vittime, persone e gruppi sociali, che oggi son maggiormente oggetto di violenza”, spiegava il deputato del Pd e relatore alla Camera del provvedimento contro l’omotransfobia e la misoginia, presentando il testo base all’esame della commissione Giustizia a Montecitorio. Il testo base, precisava Zan, “è un’integrazione perche’ contiene una parte penale di una legge che già esiste”
Alessandro Zan, durante la conferenza stampa alla Camera, precisava che la legge Reale-Mancino “ha una giurisprudenza consolidata che ha stabilito un bilanciamento tra un principio sacrosanto che e’ la liberta’ di espressione e quello della tutela della lesione della dignita’ umana. Per noi la liberta’ di espressione e’ un principio sacrosanto ma la liberta’ di espressione non e’ istigazione all’odio”. Il relatore concludeva: “Io non sono a favore dell’azione penale ma l’azione penale e’ un deterrente perche’ ci sono fatti di violenza e abbiamo il dovere di intervenire contro l’odio e lo stigma sociale. Poi dobbiamo anche fare azioni positive di contrasto sociale e culturale all’esclusione”.
Cosa ha fatto Fratelli d’Italia per ostacolare la legge sull’omofobia
Come sappiamo, tra i primi oppositori del ddl Zan c’è proprio Fratelli d’Italia. E non solo a parole, visto che Giorgia Meloni, il 16 luglio scorso, scese in piazza brandendo il microfono e parlando così: “Le discriminazioni verso gli omosessuali? Per me le discriminazioni vanno sempre combattute, ma non possiamo dire che oggi nella realtà italiana siano discriminati, abbiamo fatto passi da gigante in questo tema”.
Passi da gigante? Come quelli fatti da quell’uomo che ha attraversato i binari per andare a colpire il giovane Jeanne Pierre, reo di aver baciato il suo ragazzo nella stazione Valle Aurelia.
E non ci sono solamente le manifestazioni di piazza della scorsa estate. Il partito guidato da Giorgia Meloni, ha lasciato il segno anche in Parlamento.
Come ricorda il Sole 24 ore, infatti, proprio nei giorni della manifestazioni contro il ddl Zan, Lega e Fratelli d’Italia presentarono 975 (sì, novecentosettantacinque) emendamenti al disegno di legge contro l’omotransfobia. I due partiti sovranisti, ne parlano come di una legge bavaglio per un problema che non esiste. E anche in Europa la situazione non è migliore. Solo dieci giorni fa, era l’11 marzo 2021, sempre i partiti guidati da Meloni e Salvini hanno votato contro la risoluzione per una “Unione Europea zona di libertà per le persone Lgbtqi”. Il motivo? Sostenevano che si tratti solamente di strumentalizzazione contro Ungheria e Polonia.
(da agenzie)
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