LA MINORANZA PD PREPARA LA VENDETTA: “L’INCIDENTE” AVVERRA’ AL SENATO
“RENZI E’ UN ARROGANTE E UN PREPOTENTE, MA NON E’ UN GENIO”
Per capire la vendetta che c’è, occorre capire l’agguato che non c’è stato.
Perchè ora ruota attorno all’incidente, anzi “all’Incidente” la strategia della minoranza sconfitta sulla legge elettorale.
E ciò che non è accaduto riporta l’orologio ai tempi della del jobs act.
È stato nel momento più aspro dello scontro sui licenziamenti collettivi che Massimo D’Alema, sempre molto attivo anche fuori dal Palazzo, suggerì: “Sul lavoro dobbiamo rompere e aprire la crisi di governo, è un tema che il nostro popolo capisce”.
Fu un’ipotesi su cui, ai tempi, sia Bersani sia Speranza si dissero contrari.
Sembrava uno scenario da brivido: aprire la crisi di governo, rompere il Pd e andare alle urne col Consultellum.
Ora, sulla vicenda della legge elettorale, è stato Speranza a spostarsi sulla linea dura. È il segnale. Ed è il segnale quella frase buttata lì non a caso da Pier Luigi Bersani: “Matteo non ha una bella natura”.
Frase che ha colpito molto anche palazzo Chigi, a sentire coloro che lo frequentano abitualmente: “Siamo passati dallo scontro politico all’odio antropologico. Bersani e D’Alema vogliono far saltare il tavolo”.
E c’è un motivo se la prossima settimana, a palazzo Madama, sono previste una serie di riunioni di tutta la minoranza, che conta un nucleo duro di trenta senatori.
Ed è che è in atto un salto di qualità . Dalla battaglia nella Ditta a quella sul governo. Perchè ormai il giudizio di Massimo D’Alema su Renzi è condiviso da tutti, dalle parti della sinistra: “È un arrogante e un prepotente ma non è un genio”.
Parole che in fondo non sembrano molto dissimili da quelle pronunciate dal direttore uscente del Corriere, Ferruccio de Bortoli: “un maleducato di successo”.
Uno così, è il secondo passaggio logico, capisce solo il linguaggio della forza.
E al Senato i numeri ci sono, per mettere in difficoltà il governo se, per dirne una, il Def passò con soli 165 voti, compresi quelli di Bondi e della Repetti. e, per dirne un’altra, stamattina la riforma della PA è passata per un pelo, anzi per un solo voto: 144 voti e un astenuto, con le opposizioni fuori.
La minoranza si è comportata bene, tutti presenti e disciplinati, ma uno di loro dice: “Non c’erano i renziani, la maggioranza, perchè sono distratti e non sanno stare in Aula. Ma è chiaro che da adesso a Renzi non faremo regali. Se un provvedimento non ci convince votiamo contro”.
Ecco, l’Incidente non è una casualità . È un progetto politico: “D’Alema e Bersani — dice un parlamentare che parla con entrambi — hanno cambiato schema di gioco. L’Italicum è il primo episodio di una drammatizzazione che sarà un crescendo, non nel partito ma in Parlamento. Ci proveranno sulle riforme, poi sulla scuola. Logorano logorano, finchè prima o poi…”.
Per capire ciò che accadrà sulla scuola, occorre ricordare ciò che non è accaduto sul lavoro, perchè — ricordano in molti — gli insegnanti sono un terzo della base elettorale del Pd.
Ecco la nuova strategia di guerra, dopo che sull’Italicum è andata in frantumi quella dell’aggiustamento: “intransigenza” sui temi di sinistra, alzando il clima fino all’Incidente.
Anche perchè l’Italicum sta passando ma non è legge visto che entra in vigore il prossimo anno.
Certo, Renzi ha il soccorso di Verdini e magari di Berlusconi, ma se arriva Verdini è il miglior regalo che può fare alla sinistra: “Dobbiamo chiarire — dice Speranza – fra noi cos’è, oggi, questo Pd. C’è molto da capire. Quando vedo Camusso che non condivide le politiche del Pd, ad esempio. Oppure quando vedo Bondi che vota il Def e la fiducia a Renzi. O ancora quando leggo che Verdini ragiona di un gruppo di senatori che vanno verso il Pd. Vedo un problema enorme”.
E di fronte ai problemi enormi, sono enormi pure le soluzioni.
(da “Huffingtonpost”)
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