LA RIFORMA FISCALE DI TRUMP PREMIA IMPRESE E RICCHI
FARA’ AUMENTARE IL DEFICIT FEDERALE DI 1400 MILIARDI DI DOLLARI IN DIECI ANNI E SOLO IL 44% DEGLI AMERICANI GODRA’ DI UNA RIDUZIONE ANNUALE DI OLTRE 500 DOLLARI ..E I TAGLI DELLE FAMIGLIE SONO A TEMPO
In aprile aveva promesso che le tasse sulle imprese sarebbero calate dal 35 al 15%. Nel corso delle trattative in Senato l’aliquota finale è salita al 20%, e il presidente ha aperto alla possibilità di portarla al 22.
Quel che è sicuro è che la riforma fiscale di Donald Trump, approvata dalla Camera alta statunitense nella notte tra venerdì e sabato, premia ricchi e corporation senza portare vantaggi al ceto medio che il tycoon aveva promesso di aiutare contro gli interessi delle elite e di Wall Street.
E secondo le analisi del Congressional Budget Office farà ulteriormente aumentare il deficit federale di 1.400 miliardi di dollari in dieci anni, aumentando il peso sulle generazioni future e provocando nuovi tagli alla spesa pubblica.
Cosa che rischia di tradursi in altri svantaggi per i ceti medio bassi. Un modello che in Italia piace al leader M5S Luigi Di Maio, secondo il quale è una buona idea tagliare le tasse alle imprese facendo più deficit.
La riforma, che punta a rivitalizzare l’attività economica e accelerare la crescita annuale del Paese sopra il 3%, ha appunto come asse centrale la riduzione delle tasse alle imprese, che il Senato prevede per il 2019 e la Camera vuole sia immediata.
Inoltre, punta a semplificare le aliquote fiscali per i privati, portandole da sette a quattro: del 12%, 25%, 35% e 39,6%.
Sebbene il progetto preveda tagli alle tasse per famiglie e persone, il Congressional Budget Office ha affermato nella sua ultima stima che solo il 44% degli americani otterrà una riduzione annuale di più di 500 dollari.
Con l’approvazione della riforma fiscale, i repubblicani hanno anche introdotto un emendamento che elimina l’obbligo di acquisire un’assicurazione medica, come previsto dall’Obamacare dell’ex presidente Obama. E questo potrebbe far salire i costi per le persone che sceglieranno invece di sottoscrivere polizze.
La riduzione fiscale, che riguarda per l’appunto soprattutto le imprese e i ricchi, è la maggiore da quella del 1986 dell’allora presidente Ronald Reagan.
(da agenzie)
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