LA SALMA DI PAPA FRANCESCO OGGI RIMANE NELLA CAPPELLA DOVE IL PAPA HA CELEBRATO MESSA PER TUTTO IL SUO PONTIFICATO E IERI SERA È INIZIATO IL VIA VAI DI CARDINALI E COLLABORATORI DELLA CURIA ROMANA PER DARE AL PAPA L’ULTIMO SALUTO
DA DOMANI DOVREBBE ESSERE TRASLATA A SAN PIETRO PER POI ESSERE ESPOSTA, FINO A VENERDÌ SERA, ALLA DEVOZIONE DELLA FOLLA DI FEDELI … I FUNERALI SI SVOLGERANNO SABATO 26 (ORE 10) E POI I RESTI MORTALI DI BERGOGLIO SARANNO SEPPELLITI A SANTA MARIA MAGGIORE. SAREBBE IL PRIMO PAPA DEL NOVECENTO, MA NON IL PRIMO IN ASSOLUTO, A RIPOSARE FUORI DAL VATICANO – PRIMA DI LUI L’OLANDESE ADRIANO VI, CHE VISSE ALL’EPOCA DELLA RIFORMA LUTERANA – DI LUI BERGOGLIO DISSE “CHIESE ESPRESSAMENTE PERDONO PER I PECCATI DEI PRELATI DELLA CURIA ROMANA. CORAGGIOSO, OGGI AVREBBE TANTO LAVORO”
Il 5 gennaio 2023 era una giornata fredda e nebbiosa. A vedere Francesco appoggiato al bastone, la mano destra posata sulla semplice bara di cipresso di Benedetto XVI, il capo chino e gli occhi chiusi in preghiera silenziosa, alcuni s’erano stupiti nel considerare la sobrietà della cerimonia funebre, come fosse indegna di un Papa, una mancanza di riguardo.
Non avevano capito che Bergoglio rispettava il desiderio di Ratzinger e, soprattutto, stava facendo le prove generali del proprio funerale, ancora più sobrio. Ieri sera veniva dato quasi per certo che la cerimonia per l’ultimo addio a papa Francesco sarà sabato.
E stato proprio lui a disporre di essere sepolto «con dignità, ma come ogni cristiano», senza più l’esposizione del corpo su un catafalco, la doppia veglia, titoli magniloquenti e orpelli vari. Ha affidato il compito all’arcivescovo Diego Ravelli, maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, e approvato il 29 aprile 2024 una nuova edizione dell’« Ordo Exsequiarum Romani Pontificis », perché sia chiaro che «le esequie del Romano Pontefice sono quelle di un pastore e discepolo di Cristo e non di un potente di questo mondo», ha spiegato Ravelli.
A essere semplificato è l’intero rito, scandito da tre «stazioni». La prima è stata la constatazione della morte, «nella cappella privata della casa del Pontefice» e non più nella sua camera. È stata eliminata la traslazione della bara nel palazzo apostolico. Nella cappella si recitano il rosario e la liturgia delle ore, si leggono
le Scritture. Il maestro delle celebrazioni decide l’ora in cui sarà consentito l’accesso ai fedeli.
Nel giorno e nell’ora stabiliti dalla congregazione dei cardinali, la bara viene trasportata in processione nella Basilica di San Pietro. Si intonano le litanie dei santi, i salmi. La salma è esposta ai fedeli nella bara e non più su un alto cataletto. Non viene più posato accanto alla bara il pastorale papale.
Poiché la deposizione nella bara è già avvenuta dopo la constatazione della morte, la sera prima della Messa esequiale si procede alla sua chiusura. Il rito è presieduto dal Camerlengo, che dà lettura del rogito, un testo in latino che riassume vita e opere del pontefice. Il maestro delle celebrazioni stende un velo di seta bianca sul volto di Francesco e nella bara depone una borsa con le monete coniate durante il pontificato e il tubo di metallo con il rogito. I funerali si celebrano sul sagrato di San Pietro. Sulla bara, deposta davanti all’altare è posato il libro dei Vangeli
L’ultima stazione, finita la Messa esequiale, è nel luogo della sepoltura, mentre vengono intonati antifone e salmi. Sulla bara, prima che sia deposta nel sepolcro, vengono impressi i sigilli del Camerlengo, della Prefettura della Casa pontificia e dell’Ufficio delle celebrazioni liturgiche. Il giorno dei funerali è il primo dei «Novendiali»: per nove giorni, a San Pietro, si celebrano Messe di suffragio.
(da agenzie)
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